Quarantena Covid ridotta, virologi divisi. Andreoni: «Dopo 5 giorni i positivi infettano ancora»

Il ministro Schillaci a Porta a Porta ha annunciato nuove regole per la gestione della pandemia e il ritorno alla normalità ma alcuni virologi richiamano alla cautela

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Norme più snelle per i tamponi, addio alle quarantena, si torna al lavoro anche se positivi dopo 4 o 5 giorni (se asintomatici). Sono questi i punti tracciati dal ministro della Salute Orazio Schillaci che ieri sera, ospite a Porta a Porta ha annunciato l'arrivo di nuove regole per la gestione della pandemia. Regole che non sono ancora state approvate e che dovrebbero essere contenute in «un'ordinanza che stiamo mettendo a punto». Le parole del ministro hanno diviso medici e virologi: Matteo Bassetti si dice 100% a favore con la riduzione delle quarantene e il ritorno alla normalità, in quanto il virus è diventato "simile a un'influenza". Più prudente invece Massimo Andreoni che avvisa che dopo 5 giorni i positivi (anche se asintomatici) possono ancora contagiare.

Covid come l’influenza, senza sintomi si torna al lavoro dopo 5 giorni (e niente tempone)

Virus endemico come l'influenza 

Secondo il Ministro siamo in una fase «endemica del Covid» e «per tornare alla normalità dobbiamo avere le stesse accortezze che avevamo prima per l'influenza». «Quando si stava male con l'influenza appena i sintomi finivano si rientrava a lavoro. Oggi siamo ancora più responsabilizzati in questo e usiamo la mascherina quando siamo in presenza di persone più fragili» ha spiegato.  

In quest'ottica emerge anche il progetto sulla semplificazione delle quarantene: i pazienti asintomatici dopo 4 o 5 giorni, «si potranno far tornare all'attività normale». «Anche chi ha una sintomatologia lieve può tornare prima, dopo almeno 24 ore di assenza di febbre, magari con qualche precauzione come la mascherina per proteggere i più fragili» .

 

In Italia "immunità ibrida"

Una posizione in linea con quella di Francesco Vaia, direttore generale dell'Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani che aveva inviato al ministro della Salute un documento con una proposta di modifica delle norme sulla quarantena. «La pandemia è completamente cambiata rispetto a due anni fa. In Italia siamo in presenza di una immunità ibrida, determinata dal grande contagio e, soprattutto dalla grande campagna vaccinale, che ha visto l'Italia tra i Paesi più performanti del mondo. Questa immunità ibrida ci rende più forti. Il virus non è meno cattivo, ma è cambiato nel senso che le nostre azioni lo hanno reso più contagioso ma meno patogeno». Quindi «possiamo guardare al futuro con ottimismo, siamo quasi alla fine di questo percorso». 

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Bassetti, «Condivido al 100%»

A favore della riduzione delle restrizioni e della quarantena è Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova: «È una scelta di buon senso dire che dopo la scomparsa dei sintomi si può uscire di casa.

Si va verso l'eliminazione della quarantena e mi sembra ottimo visto che siamo di fronte ad un Sars-CoV-2 molto simile all'influenza. Ha detto cose che condivido al 100%, al ministro Schillaci va il mio plauso».  

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Andreoni: «Dopo 5 giorni i positivi possono infettare ancora» 

Non è invece a favore delle scelte del ministro Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). Il medico infatti avverte che «dire che dopo 5 giorni un positivo non può infettare è sbagliato: almeno il 70% dei positivi sono eliminatori del virus ma in grado di infettare le persone». «Si stanno liberando persone che possono infettare. Quindi, se arriverà l'ordinanza, nelle prossime settimane serve grande attenzione per capire gli effetti di questa decisione e avere la capacità di tornare indietro se ci sarà un rialzo dei casi».

Secondo Andreoni c'è anche un altro rischio. «Derubricare Sars-CoV-2 a poco più di un'influenza temo posso avere degli effetti negativi sulla vaccinazione anti-Covid  c'è dentro un messaggio di una malattia non più pericolosa e quindi l'immunizzazione non è più una priorità. E non è così: per gli anziani e i fragili è molto importante».

Multe ai no-vax: si attende la decisione delle camere 

Il governo si è anche espresso a favore dell'eliminazione delle multe ai no-vax: in un primo momento era stato proposto in un primo momento un emendamento nel decreto legge Aiuti Ter, poi non presentato. Ora, ha detto Schillaci, si attende la decisione delle camere sul tema: «Gli unici due stati che hanno messo multe ai non vaccinati e le hanno poi revocate, sono Austria e Grecia. Per ora da noi sono rimaste, vediamo se ci saranno provvedimenti, in tal senso, da parte del Parlamento».   

Gemmato ha espresso la linea del governo 

Il Ministro della salute ha preso posizione anche sul "caso Gemmato": il sottosegretario che aveva dichiarato di non "prendere posizioni ideologiche sui vaccini".  «Il sottosegretario ha chiarito la sua posizione. Si è vaccinato, è un farmacista, categoria che ha contribuito moltissimo alla vaccinazione in pandemia. La sua posizione è completamente chiara e in linea con quanto affermato dal primo ministro al G20 di Bali» ha spiegato Schillaci. 

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Ultimo aggiornamento: Sabato 19 Novembre 2022, 09:01
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