Covid, Italia pronta per nuove pandemie. Draghi firma il trattato internazionale per la difesa sanitaria

Italia pronta per nuove pandemie: Draghi firma il trattato internazionale per la difesa sanitaria

Il mondo si prepara a combattere le prossime pandemie. E l'Italia risponde presente. Mario Draghi ha firmato l'appello per un nuovo Trattato internazionale per la preparazione e la risposta alle pandemie. «Speriamo aderiscano tutti i Paesi», ha detto il direttore generale dell'Oms Tedros Ghebreyesus. Proposta che ha lanciato congiuntamente con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. L'annuncio fa seguito a un editoriale pubblicato su diverse testate giornalistiche del mondo e firmato tra gli altri anche da leader europei come Mario Draghi, Boris Johnson, Emmanuel Macron, Angela Merkel e Mark Rutte.

Di cosa si tratta

Si chiama ACT-A ed è un Trattato di regole anti-Covid a cui i paesi democratici vorranno aderire per garantire un accesso universale ed equo a vaccini, medicinali e strumenti diagnostici sicuri, efficaci ed economici per questa e le future pandemie. Un impegno che così rinnovato rappresenterebbe una pietra miliare nell'intensificare la preparazione alla pandemia al più alto livello politico. 

Prepararsi prima

Sconfiggere i virus è possibile, ma il tempo stringe. «Il momento di agire è ora. Il mondo non può aspettare la fine di questa pandemia per prepararsi a lottare contro la prossima».

Così il capo della Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ringraziando il presidente del Consiglio europeo Charles Michel per aver lanciato la «potente idea» di un Trattato globale per lottare contro le pandemie. «490 giorni di emergenza globale – ha spiegato – ha messo a nudo il peggio e il meglio della umanità. Dobbiamo agire con coraggio».

Rapporto Oms sulle origini del Covid

Il rapporto dell'Oms sulle origini del Covid, redatto al termine di una visita in Cina avvenuta secondo alcuni in un contesto fortemente controllato, avvalora, insomma, l'ipotesi di trasmissione del virus all'uomo tramite un animale infettato a sua volta da un pipistrello rispetto alla tesi di una fuoriuscita da un laboratorio cinese, pur senza escluderla del tutto.

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Per quanto riguarda la diffusione del virus, il rapporto afferma che gli studi sulla catena di approvvigionamento del mercato di Huanan (e di altri mercati a Wuhan) non hanno fatto rilevare «prove della presenza di animali infetti, ma l'analisi della catena di approvvigionamento ha fornito informazioni utili per studi di monitoraggio mirati, soprattutto nelle regioni limitrofe». Gli esperti invitano inoltre a «non trascurare i prodotti di origine animale provenienti dalle regioni al di fuori del sud-est asiatico».

 

Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Marzo 2021, 11:24
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