Omicron, perché la Cina ci mette di nuovo paura? «Rischiamo nuove mutazioni molto pericolose»

Allarma il boom della variante nel Paese dove è partita la pandemia

Omicron, perché la Cina ci mette di nuovo paura? «Rischiamo altre mutazioni molto pericolose»

di Graziella Melina

La paura del Covid torna a paralizzare la Cina e a spaventare il resto del mondo. Nel Paese che si è ritrovato per primo a dover affrontare il virus, il numero dei contagi sta aumentando di nuovo in modo drammatico. Quasi 50 città stanno imponendo il lockdown, con circa 370 milioni di persone bloccate. E se la situazione non tornerà presto sotto controllo, la pandemia riprenderà a correre ovunque. «Siamo davanti a un virus estremamente contagioso, anche se meno letale – spiega Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-medico di Roma – La popolazione cinese ha finito la copertura vaccinale, e visto che Omicron è molto più contagiosa, le persone si infettano». Fermare la diffusione del virus è quasi impossibile, se si considera l’alta densità della popolazione cinese e dunque la facilità che Omicron si trasmetta in modo esponenziale.

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MIRAGGIO CONTAGIO ZERO
A poco serviranno le misure restrittive che le autorità cinesi hanno deciso di attuare. «La Cina ha sempre voluto raggiungere il cosiddetto contagio zero, ma adesso diventa un obiettivo complicato – rimarca Fabrizio Pregliasco, ricercatore di Igiene generale e applicata dell’Università degli Studi di Milano – Le restrizioni probabilmente funzionavano nella prima ondata, quando c’era il ceppo originario, molto meno contagioso. Il lockdown è una scelta strategica che con Omicron dà risultati non eclatanti, visto che ha una contagiosità pari a morbillo e varicella. E poi i cinesi sono esausti».

NUOVE VARIANTI
La rapida propagazione di Omicron in Cina porta con sé il pericolo di nuove varianti. «Se continua a circolare così tanto in una popolazione elevata, non è escluso che il virus generi nuove mutazioni – sottolinea Ciccozzi – Se i cinesi non controllano l’evoluzione di Omicron, potremmo ritrovarci una variante importante che si diffonderà poi ovunque».

Del resto, la popolazione cinese non sembra essersi protetta in modo sicuro. «Il vaccino cinese protegge al 70-75% dall’infezione e solo per una quota minoritaria dalla malattia – ricorda Mauro Pistello, ordinario di Microbiologia e microbiologia clinica all’Università di Pisa – La Cina per una questione di immagine e di costi delle forniture non ha voluto ricorrere al vaccino tipo quello di Pfizer. E ora si ritrova con una impennata di casi».

I VACCINI
I vaccini autorizzati dall’Agenzia europea del farmaco per il momento stanno evitando il peggio. «Sì, per ora ci proteggono – ricorda Pistello - I vaccini modificati, in fase di testing, saranno pronti dopo l’estate, ma sono studiati sul ceppo di virus che conosciamo finora. Se nel frattempo si diffonde in tutto il mondo una variante nuova e pericolosa la situazione potrebbe sfuggire di mano».

A preoccupare gli esperti, c’è poi la questione della trasparenza dei dati cinesi. «Non abbiamo notizie sulla reale copertura vaccinale in Cina – ammette Roberto Luzzati, professore di Malattie infettive dell’Università di Trieste – Dobbiamo considerare che Omicron nella popolazione non vaccinata ha un impatto diverso rispetto ai vaccinati. Ma non abbiamo elementi per poter valutare il reale andamento epidemico». Intanto, i cinesi sperano di frenare la corsa del virus bloccando gli spostamenti. «Con la reintroduzione di misure rigide – spiega Francesco Castelli, ordinario di Malattie infettive all’Università di Brescia - si ipotizza che la curva dei contagi possa scendere. Ma serviranno settimane. Quando il virus si diffonde così velocemente è poi difficile che la situazione torni di nuovo sotto controllo».
 


Ultimo aggiornamento: Sabato 16 Aprile 2022, 10:47
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