«Si parla di una nuova variante inglese del coronavirus ma niente panico. Niente fa pensare che sia più pericolosa, che causi una malattia più grave o che sfugga alla protezione indotta dal vaccino. Mutanti insorgono spesso quando un nuovo virus circola». Così su Twitter, il virologo Roberto Burioni: il tweet è datato 14 dicembre, quando si trattava delle prime sirene inglesi, ma è estramemente attuale. Dello stesso parere, altri suoi colleghi.
Si parla di una "nuova variante "inglese del coronavirus ma niente panico. Niente fa pensare che sia più pericolosa, che causi una malattia più grave o che sfugga alla protezione indotta dal vaccino. Mutanti insorgono spesso quando un nuovo virus circola. https://t.co/tVzImYz1ix
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) December 14, 2020
Come il virologo e professore dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, praticamente la pensano così in queste ore Massimo Galli e Matteo Bassetti. «La notizia dell'alta contagiosità del virus non deve farci cadere nella depressione, anche perché ci sono buone probabilità che la profilassi in arrivo proteggerà anche contro il ceppo inglese», ha detto Galli, infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano.
«I virus mutano continuamente. È il loro modo di vivere: cambiare per sopravvivere. Non si può escludere che questa variante non stia già circolando anche in altri paesi incluso l'Italia. Occorrerà continuare a studiare il genoma virale dei ceppi di virus isolati nel nostro paese», ha sottolineato Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. «I vaccini già approvati o ancora in studio funzioneranno lo stesso in quanto i vaccini fanno produrre al nostro corpo anticorpi contro molte parti della proteina spike e la mutazione descritta riguarda solamente una piccola parte. Quindi no panic».
La cosiddetta variante inglese «non è certo la prima e non merita tutto il clamore che gli viene dato.
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Febbraio 2023, 05:26
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