Nuova variante Covid, gli esperti sul ceppo inglese: «Forse più contagioso ma non più grave. E il vaccino funziona»

Nuovo ceppo Covid in Gran Bretagna, dal contagio al vaccino: ecco cosa c'è da sapere

di Raffaele Alliegro

Una variante del virus è stata identificata in Gran Bretagna. E immediatamente è scattato l'allarme sui rischi che la scoperta comporta. Può rendere il Covid 19 più “cattivo"? Oppure più contagioso? Cosa succede in Italia? E soprattutto: il vaccino sarà comunque efficace? Gli scienziati rassicurano: nulla indica che la variante inglese possa rendere più severi i sintomi della malattia o annullare l'effetto dei vaccini. È possibile invece che sia più contagiosa, anche se è presto per affermarlo con certezza. «Non ci sono prove» che la mutazione del coronavirus scoperta in Gran Bretagna «si comporti in modo diverso», assicura l'Oms. E il professor Roberto Cauda, ordinario di Malattie infettive al Policlinico Gemelli di Roma spiega: «Il virus muta ma non cambia, rimane fondamentalmente lo stesso. La regola generale è che di solito queste varianti non gli conferiscono maggiore gravità».

Covid, nuova variante in Gran Bretagna. «Possibile contagio più rapido». L'Oms: «Nessuna prova si comporti in modo diverso»

La mutazione

La mutazione del coronavirus potrebbe essere associata a una diffusione più rapida del Covid-19, ha detto il ministro della Sanità britannico, Matt Hancock, a una Commissione parlamentare. Il ministro ha assicurato però che «nulla suggerisce» che la variante abbia causato delle forme patologiche peggiori o che i vaccini non siano più efficaci. Ha precisato inoltre che 60 diverse autorità locali in Inghilterra hanno registrato infezioni da Covid causate da questa variante. Anche l'Oms getta acqua sul fuoco. Al momento «non ci sono prove» che la mutazione del coronavirus scoperta in Gran Bretagna «si comporti in modo diverso», ha assicurato la dottoressa Maria Van Kerkhove dell'Oms. «La questione è comprenderne il significato in termini di contagiosità, ma anche di effetto su terapie e vaccini», ha aggiunto Mike Ryan, capo delle operazioni di emergenza dell'Organizzazione mondiale della sanità. «Sono state segnalate molte varianti diverse di coronavirus, questa sembra prevalente in Gran Bretagna. Ora la questione è: quanto è diffusa a livello internazionale? Rende il virus più serio? Interferisce con farmaci e vaccini? Al momento non abbiamo informazioni in questo senso», dunque «è importante studiare la variante per capire se è significativa» per la lotta alla pandemia.

La situazione in Italia

Ma se è presto per dare giudizi definitivi sull'ultima scoperta, siamo in grado di capire qual è la portata del fenomeno e cosa è successo finora in casi simili.

A partire dall'Italia. Spiega il professor Cauda: «Il professor Massimo Ciccozzi, del Campus biomedico, ha già dimostrato in un lavoro a cui ho partecipato anche io la circolazione in Italia di un virus mutato rispetto a quello di Wuhan. Si tratta della mutazione D614G, che è stata segnalata anche negli Usa e in altri Paesi europei. La sua caratteristica sembrerebbe quella di una maggiore contagiosità, non di una maggiore gravità. Quindi esistono diverse varianti. Alcune hanno la capacità di imporsi altre no. Su quella inglese non abbiamo ancora molte informazioni. Ma la regola generale finora osservata è che le varianti non hanno conferito maggiore gravità alla malattia».

L'efficacia del vaccino

E finora non hanno neppure compromesso l'effetto dei vaccini. «Sì, fino a oggi le mutazioni non hanno alterato l'efficacia dei vaccini», conferma Cauda. E aggiunge: «Il problema semmai è un altro. In questo momento si sta molto parlando della vaccinazione. Io confido sul fatto che il vaccino ci permetterà di vincere la partita, anche se ci vorrà un po' di tempo per darlo a un numero sufficiente di persone e raggiungere l'immunità di gregge. Ma un osservatorio internazionale come People's vaccine alliance ha calcolato che 70 Paesi con risorse limitate, molti dei quali in Africa, riusciranno a vaccinare soltanto il 10 per cento della loro popolazione nel prossimo anno. E anche se il virus muta ma non cambia, anche se rimane fondamentalmente uguale a se stesso, resta sempre aperta la possibilità dei nuovi casi di importazione. C'è quindi il rischio che alla lunga arrivi dall'estero una variante su cui il vaccino non è efficace. È un rischio teorico. Ma non impossibile».

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Dicembre 2020, 09:16
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