«Mortalità a livelli pre-Covid». L'Istat segnala al governo i benefici dei vaccini

Il numero di decessi settimanali (per qualsiasi causa) è tornato ai valori medi del quinquennio 2015-2019

«Mortalità a livelli pre-Covid». L'Istat segnala al governo i benefici delle vaccinazioni

di Mauro Evangelisti

I vaccini stanno funzionando e il numero di decessi settimanali (per qualsiasi causa) è tornato ai valori medi del quinquennio 2015-2019, vale a dire in epoca pre Covid. Se si guardano i grafici che raccontano l'andamento dei decessi nel nostro Paese si vedono due impennate: la prima è nei terribili tre mesi del 2020 (tra marzo e maggio) quando i morti furono quasi il doppio della media dei cinque anni precedenti; la seconda è tra ottobre e dicembre sempre dell'anno scorso. Anche nel 2021 ci sono stati due scostamenti significativi rispetto agli anni pre Covid, anche se meno marcati: nei primi tre-quattro mesi dell'anno con una ripresa ad agosto. Ora finalmente il numero dei decessi è tornato ad essere sovrapponibile a quello dei cinque anni che hanno preceduto l'inizio della pandemia.

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Lo scenario

Tutto questo si ricava dai dati raccolti dall'Istat, il cui presidente, Gian Carlo Blangiardo, in queste ore ha inviato un messaggio al ministro della Salute, Roberto Speranza, con allegato il grafico che illustra il «ritorno alla normalità», nonostante l'aumento dei contagi delle ultime settimane. «Caro ministro - scrive - a supporto della tua battaglia per la vaccinazione ti allego il confronto tra i morti settimanali prima e dopo che intervenisse il vaccino.

In autunno 2021 siamo sostanzialmente nella media dell'epoca pre Covid 2015-2019. Mi sembra una evidenza che chiunque di buon senso dovrebbe cogliere».

 

Nel rapporto dell'Istat che fu pubblicato a fine 2020, in uno degli anni più difficili della storia del Paese, veniva fatta questa sintesi: «Dalla fine del mese di febbraio si è osservata una netta inversione di tendenza rispetto alla favorevole evoluzione della mortalità che aveva caratterizzato la stagione invernale 2019-2020. Nei mesi di marzo e aprile, infatti, contemporaneamente alla diffusione dell'epidemia di Covid-19 si è osservato un importante incremento dei decessi per il complesso delle cause rispetto al livello atteso sulla base della media del periodo 2015-2019. Durante la prima fase dell'epidemia si sono contati oltre 211 mila decessi (da marzo a maggio del 2020), 50 mila in più rispetto alla media dello stesso periodo del 2015-2019, di cui oltre 45 mila relativi a residenti nel Nord del Paese. L'incremento nelle regioni del Nord ha fatto registrare quasi un raddoppio dei decessi nel mese di marzo (+94,5 per cento rispetto alla media dello stesso mese del periodo 2015-2019) e un incremento del 75 per cento ad aprile». Proprio mentre veniva pubblicato questo report, in Italia iniziava la campagna vaccinale. Oggi, a distanza di quasi dodici mesi, i numeri sono più confortanti.


Ultimo aggiornamento: Domenica 28 Novembre 2021, 07:48
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