Lombardia, dal Covid all'influenza: le vaccinazioni procedono a rilento

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di Claudia Guasco

Se in Lombardia le vaccinazioni anticovid somministrate rappresentano solo il 14% delle dosi consegnate, il problema non è la carenza di personale per le vacanze di Natale, come ha improvvidamente dichiarato l’assessore al Welfare Giulio Gallera in fase di rimozione. La sua uscita di scena, con contemporaneo rimpasto della Giunta, è la conseguenza di anni di riforme sanitarie incomplete e mal riuscite, di presidi territoriali abbandonati al lavoro dei medici di medicina generale, della centralizzazione delle cure negli ospedali e della mancanza di programmazione. Il fallimento della campagna vaccinale contro l’influenza, organizzata da Gallera, è la prova generale di ciò che accade oggi con la profilassi anticovid. In clamoroso ritardo.

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PIANO FLOP
A metà gennaio è atteso il picco influenzale e benché quest’anno, grazie a mascherina e distanziamento sociale, il virus circoli in misura ridotta, non per questo è meno pericoloso. Non solo. Da mesi la vaccinazione è consigliata, perché i sintomi del Covid sono simili, tant’è che quest’anno si è registrato il record nella profilassi di medici e operatori sanitari. Come è andato il piano di vaccini contro l’influenza in Lombardia? Molto male. Le dosi acquistate sono circa 2,8 milioni, con 2,6 milioni distribuite su tutto il territorio regionale ma soltanto 1,5 milioni iniettate. Critica la situazione delle persone più esposte, gli over 65: 1 milione e 135 mila vaccini somministrati, pari al 49,32% della popolazione contro un obiettivo del 75%. A Bergamo i vaccinati sono il 15,3%, nelle province di Cremona e Mantova quattro persone su dieci.

«Noi abbiamo attrezzato una scuola per inoculare le dosi, ma non ci sono arrivate», segnala il sindaco di Varese Davide Galimberti. A metà novembre è stata la stessa Regione Lombardia a sigillare il disastro del piano con una mail inviata all’Ats di Milano: «Al momento attuale tutta la filiera distributiva presenta disponibilità ridottissime di vaccino over 65 e non presenta altre disponibilità di altri vaccini antinfluenzali o pneumococcici».

I bandi sono partiti troppo tardi e le dosi, quando possibile acquistate a prezzi triplicati, introvabili. Anche perché la Regione si è creata la concorrenza in casa: ha autorizzato le strutture private a comprare e somministrare i vaccini, salvo poi ricomprarli dalle stesse quando è rimasta senza. Con l’ultima gara il Pirellone ha reperito 50 mila dosi antinfluenzali per metà dicembre e (forse) altre 500 mila per metà gennaio. Considerando che dall’iniezione all’immunizzazione intercorrono tre settimane, è chiaro che la campagna vaccinale 2020-21 si è già arenata.

I LIMITI 
Nel frattempo è arrivata la profilassi anticovid e il sistema è andato in tilt, evidenziando tutti i limiti di una gestione del Welfare disarmata di fronte all’epidemia, benché violenta e inattesa. Perciò il cambio ai vertici in Regione è imminente: «Entro qualche ora o al massimo qualche giorno - assicurava ieri il leader della Lega Matteo Salvini visitando l’ospedale in Fiera - Avrete una squadra di eccellenza. Si va verso una Lombardia che corre, non do giudizi sui singoli. Anche come Lega porteremo in Lombardia qualcuno che ha ricoperto incarichi di governo nei mesi scorsi». Intanto il governatore Attilio Fontana nomina come consulente in ambito sanitario Emanuela Baio, ex senatrice di Margherita e Pd-Ulivo, candidata ma non rieletta con Scelta civica: una piccola mossa di smarcamento mentre Salvini ha preso le redini del Pirellone.

«La sfiducia all’assessore Gallera, che Fontana e la sua maggioranza hanno difeso a spada tratta in aula anche poco prima di Natale, è riprova che la giunta regionale e il suo presidente altro non siano se non una succursale di via Bellerio», afferma il capogruppo M5S in consiglio regionale, Massimo De Rosa. Stessi toni usati dal capogruppo Dem in Regione, Fabio Pizzul: «Le dichiarazioni di Gallera sono inaccettabili tanto quanto i ritardi nella somministrazione dei vaccini anti Covid. Ormai la credibilità dell’assessore è al minimo ed è incompatibile con la guida della sanità lombarda. Ma non basta mandare via Gallera per raddrizzare la situazione, sono il presidente Fontana e l’intera giunta a essersi dimostrati una volta di più inadeguati a guidare la Lombardia».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Gennaio 2021, 04:20
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