Covid, un anno fa il primo lockdown del mondo a Wuhan, il sindaco si dimette. E oggi in Cina 200 nuovi casi

Un anno fa il primo lockdown del mondo a Wuhan, il sindaco si dimette. E oggi in Cina 200 nuovi casi

di Michele Galvani

Un anno esatto. Era il 23 gennaio 2020 quando ci fu il primo lockdown al mondo, quello della megalopoli cinese di Wuhan rimasta isolata per 76 giorni per frenare i contagi provocati da un virus allora misterioso. Oggi, intanto, la Cina segnala più di 200 nuovi casi di Covid-19. I dati della Commissione sanitaria nazionale parlano di 107 contagi confermati ieri, compresi 90 di trasmissione locale e 17 importati. Vengono inoltre registrati nel bollettino ufficiale altri 99 casi relativi a pazienti asintomatici.

Le province nordorientali di Heilongjiang e Jilin, quelle che preoccupano di più in questa fase, segnalano rispettivamente 56 e 13 nuovi casi di trasmissione locale (sul totale di 107). Quindici quelli accertati nella provincia di Hebei. Pechino parla di tre nuovi casi. Lo stesso Shanghai. Secondo i dati ufficiali del gigante asiatico sono in tutto 88.911 i contagi dall'inizio della pandemia con 4.635 decessi. E il bollettino della Commissione sanitaria nazionale parla di un totale di 4.589 casi 'importatì dall'estero.

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Zhou Xianwang intanto si è dimesso da sindaco di Wuhan: era il primo cittadino della città durante la lotta al nuovo coronavirus. Tra le critiche sulla risposta tardiva da parte del governo cinese, Zhou fece a gennaio 2020 una rivelazione pesante: oltre 5 milioni di residenti di Wuhan erano partiti per le vacanze in patria e all'estero per il Capodanno lunare. La sua mossa portò diversi Paesi a decidere lo stop ai voli dalla CinaMentre i vertici provinciali del Partito comunista cinese furono rimossi, Zhou rimase al suo posto nonostante fosse finito nella bufera diventando il bersaglio della rabbia di milioni di cinesi esplosa sui social media. «Forse i funzionari di Wuhan saranno inchiodati dalla storia con la cattiva reputazione di aver messo in lockdown e chiuso il virus all'interno della città, ma fintanto che aiuta a contenere il coronavirus, siamo disposti ad assumerci qualsiasi responsabilità, comprese le dimissioni del segretario del partito di Wuhan, Ma Guoqiang, e le mie», disse Zhou nella lunga intervista al network statale Cctv dello scorso gennaio.

Pechino rispose liquidando i massimi leader della provincia, tra cui Ma e l'allora capo del partito di Hubei, Jiang Chaoliang. Ma fu sostituito da Wang Zhonglin, ex capo del partito di Jinan nello Shandong, e Jiang dall'ex sindaco di Shanghai Ying Yong. Zhou, tuttavia, rimase al suo posto.

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Ultimo aggiornamento: Sabato 23 Gennaio 2021, 10:56
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