Influenza, allarme medici: «Boom contagi, bimbi a rischio. Sì alle mascherine». Lombardia, vaccini gratis. I consigli per i genitori

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Vaccino anti influenza gratis per tutti. «Da sabato 26 novembre Regione Lombardia offrirà gratuitamente il vaccino antinfluenzale a tutta la popolazione lombarda, non solo quindi alle categorie target come bambini o over 60 o a rischio per patologia». Lo annunciano il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e l'assessore al Welfare, Guido Bertolaso. «Abbiamo preso questa decisione - spiega Fontana - in seguito all'ultimo bollettino dei medici sentinella InfluNet», che registra alla data del 13 novembre «già un milione e 180mila italiani colpiti dall' influenza, di cui quasi 390.000 in una settimana».

Una sindrome influenzale «che si presenterebbe con sintomi respiratori di una certa gravità, soprattutto per anziani, fragili e bambini sotto i 5 anni». Bertolaso sottolinea che «la circolare ministeriale prevedeva che, a fine campagna, le Regioni con scorte a disposizione potessero allargare a tutta la popolazione l'offerta del vaccino». Regione Lombardia aveva fissato il termine della campagna per il 15 dicembre.

Vaccinazione gratis

«Dati gli ottimi risultati - spiega Bertolaso -raggiunti rispetto allo scorso anno, 1.249.871 vaccinazioni fatte alla data del 21 novembre, contro 1.051.000 del 2021, abbiamo ritenuto di anticipare l'offerta a sabato prossimo, in occasione di alcuni vax day offerti dai Centri vaccinali, dislocati sul territorio». Le vaccinazioni potranno essere somministrate dai medici di medicina generale, dai pediatri, dalle farmacie o dai centri vaccinali. Per prenotare si potrà chiedere al medico di base oppure sul sito regionale.

Un vaccino per 20 ceppi

Verso un vaccino universale contro l'influenza che renda un ricordo i vaccini antinfluenzali annuali perché in grado di dare una protezione ad ampio spettro contro 18 ceppi dell'influenza A e due della influenza B.

Sviluppato da scienziati della Perelman School of Medicine presso la University of Pennsylvania, il vaccino sfrutta la stessa tecnologia di quelli anti-covid Pfizer e Moderna, ovvero gli Rna messaggeri. Secondo quanto riferito sulla rivista Science, il vaccino è stato in grado di proteggere topi da 20 ceppi influenzali e di difenderli da malattia grave e morte anche rispetto a infezioni di virus influenzali diversi da quelli contenuti nel vaccino stessi. L'influenza è una malattia stagionale e ogni inverno i ceppi circolanti sono diversi, per cui ogni stagione fredda è necessario sottoporsi al vaccino, che viene prodotto in base a una stima di quelli che saranno i ceppi maggiormente circolanti in una data stagione influenzale.

Gli esperti Usa, invece, hanno composto un vaccino ad ampio spettro, ad Rna, che contiene cioè le istruzioni genetiche per produrre ben 20 antigeni diversi di altrettanti ceppi influenzali. Ogni Rna corrisponde a una molecola virale (emoagglutinina) che cambia da ceppo a ceppo. Il vaccino non è pensato per dare una protezione sterilizzante, cioè per evitare del tutto l'influenza, ma per indurre una memoria immunologia tale da ridurne i sintomi e la gravità, potenzialmente anche in caso di comparsa di un ceppo influenzale nuovo con potenziale pandemico. Attualmente gli esperti stanno organizzando l'inizio dei trial clinici per vedere se il vaccino è sicuro ed efficace sull'uomo.

Influenza e bambini: sempre più casi negli ambulatori pediatrici e nei pronto soccorso

«La situazione sul fronte influenza quest'anno è abbastanza complicata. Nella nostra area geografica è molto presente fra i bambini ed era atteso che fosse così, perché nell'altro emisfero era circolata molto ed era arrivata prima del previsto. Da noi si stanno ripetendo le stesse dinamiche. Di conseguenza» per l'alta circolazione virale «anche le strutture sanitarie sono sotto pressione. In modo particolare i pronto soccorso. Anche il nostro» all'ospedale Buzzi di Milano «sta vivendo questa situazione impegnativa: le ultime 24 ore le abbiamo chiuse con 175 accessi».

A fornire all'Adnkronos Salute un aggiornamento della situazione fra i bambini, in una metropoli come Milano, è Gian Vincenzo Zuccotti, preside della Facoltà di Medicina dell'Università Statale di Milano e direttore Pediatria e Pronto soccorso pediatrico dell'Asst Fatebenefratelli Sacco-ospedale dei bimbi Vittore Buzzi.

«Sicuramente l' influenza è arrivata prima - analizza il pediatra - Negli anni passati eravamo abituati ad avere il picco a ridosso delle vacanze natalizie o all'inizio dell'anno successivo. Quest'anno invece è molto anticipata e sta comunque interessando una popolazione molto numerosa - spiega - Le mamme raccontano di classi dimezzate o deserte in asili nido, scuole materne, ma anche scuole superiori, perché molti ragazzi e bambini sono colpiti da queste forme».

Al Buzzi «siamo sempre presi un po' d'assalto perché, anche senza influenza, siamo sempre intorno ai 100 accessi di Ps. Però in un pronto soccorso come il nostro, dove arrivano molte ambulanze per problematiche diverse, avere così tanta patologia influenzale ovviamente complica le cose». Oltre all' influenza, poi, «sta circolando anche il virus respiratorio sinciziale (Rsv) e quindi nei più piccolini si cominciano a registrare anche casi di bronchiolite. Il risultato è che le strutture sanitarie sono super impegnate. Ovviamente nei presidi più grandi il fenomeno è ancora più ampliato, ma tutte le strutture riferiscono le stesse difficoltà e anche trovare posti letto disponibili diventa complicato in questo periodo». (

L'anno scorso, ricorda Zuccotti, «l' influenza è circolata molto poco ed era prevalente - se non quasi esclusiva - la patologia da Rsv, tanto che più o meno in questo periodo non sapevamo dove mettere i piccoli pazienti. Uscivamo da lockdown e chiusure e c'era stato un accumulo di bambini suscettibili. Quest'anno invece sono i nuovi nati» ad esserlo «e sul virus respiratorio sinciziale siamo tornati a un livello di intensità paragonabile agli altri anni, ma non così alto come quello dell'anno scorso».

Ora è la massa critica di tutti i virus che fa la differenza. «Sul fronte posti letto noi siamo sempre strapieni - spiega - e purtroppo siamo sempre alla ricerca di qualche struttura che possa prendere qualcuno dal nostro pronto soccorso perché non riusciamo a ricoverare tutti quelli che avrebbero bisogno.

Tante volte anche questo non semplifica il lavoro: per far fronte all'aumentata richiesta del pronto soccorso bisogna spendere molto tempo per trovare letti e il tutto rallenta un pò i processi».

Che forme si vedono in ospedale? «Di polmoniti importanti ne abbiamo avute paradossalmente prima ancora dell'inizio di questa ondata influenzale - spiega il pediatra - Polmoniti con focolai abbastanza importanti ed estesi. C'è stata una fase durata 2 o 3 settimane in cui abbiamo avuto parecchi casi, generalmente non se ne registravano così tanti in così poco tempo. Adesso abbiamo forme respiratorie 'asmatiformi', forme influenzali che magari si complicano, broncopolmoniti prevalentemente su base virale. Qualche paziente poi si può sovrainfettare e quindi abbiamo anche qualche forma batterica, ma in generale sono fondamentalmente patologie respiratorie molto spesso sostenute da virus influenzali che richiedono un ricovero legato all'età». Si tratta infatti «di bambini relativamente piccoli con dispnea, che hanno bisogno di essere supportati anche con un po' di ossigeno, che fanno fatica ad alimentarsi e richiedono infusioni parenterali. Se l'anno scorso la situazione era decisamente molto più importante dal punto di vista intensivistico perché avevamo un numero esagerato di bronchioliti, con pazienti tutti ossigenodipendenti, molti con alti flussi, quest'anno il quadro resta impegnativo dal punto di vista numerico, perché i malati sono tanti. È da due mesi - fra gastroenteriti prima e problemi respiratori poi - che vediamo questa intensità di attività crescente. Alla fine quest'anno supereremo sicuramente per la prima volta nella nostra attività i 30mila accessi di pronto soccorso in un anno. Prima della pandemia eravamo assestati sui 25-26 mila, poi c'è stato un rallentamento e ora una forte ripresa».

I consigli per i genitori

Niente profumi intensi, temperature in casa non oltre i 19 gradi, ricambio d'aria, igiene delle mani: poche mosse per aiutare i bimbi alle prese coi malanni invernali. A stilare un breve vademecum per i genitori è il pediatra Italo Farnetani, che invita a non farsi spaventare dal rialzo dei casi d' influenza.

«Tutti i bambini devono realizzare nei primi sei anni di vita quello che viene definito 'apprendimento immunologico' - spiega all'Adnkronos Salute - cioè devono venire a contatto con i vari agenti infettivi, soprattutto virus e batteri, ammalarsi, imparare a conoscerli e fabbricare i relativi anticorpi che resteranno per tutta la vita. Un bambino nei primi 6 anni di vita deve incontrare e conoscere più di 40 di circa 500 agenti infettivi che fanno ammalare l'essere umano. In pratica un under 6 si ammalerà circa 5 volte l'anno, che salgono a 6 per i primi due anni d'età, e potrà presentare la tosse fino a 100 giorni l'anno».

«È chiaro - analizza il professore ordinario di Pediatria dell'Università Ludes-United Campus of Malta - che nei due anni passati le forme di prevenzione dettate dalla normativa anti-Covid hanno rallentato anche la diffusione degli altri agenti infettivi. Ed ecco cosa è successo in questi giorni: se i numeri fino a inizio novembre sono stati fortemente influenzati soprattutto da meteo e ottime condizioni climatiche, con possibilità di vivere di più all'aperto, le prime giornate di freddo hanno fatto stare maggiormente le persone chiuse in casa. L'inizio degli acquisti natalizi, poi, ha portato assembramenti che hanno facilitato la trasmissione di patogeni i quali si sono concentrati proprio in questo primo periodo, recuperando le infezioni non contratte negli anni precedenti».

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I consigli per i genitori? «In gran parte sono gli stessi che valevano per Covid: importante aprire le finestre almeno un'ora al giorno anche nei periodi più freddi in modo da favorire il ricambio d'aria - elenca Farnetani - mettere sempre sopra il termosifone o eventuali altri sistemi di riscaldamento degli ambienti un asciugamano di spugna molto bagnato in modo che l'evaporazione umidifichi l'ambiente. L'aria eccessivamente secca, infatti, permette agli agenti infettivi di attaccarsi alle particelle di polvere, appesantiti dall'umido invece si abbattono in terra. Ricordiamo inoltre che l'apparato respiratorio è ricoperto da un velo di liquido che, se si è essicca, determina tosse e non esplica il proprio effetto protettivo».

 È importante anche «far bere il bambino - prosegue Farnetani - perché l'acqua è il principale mucolitico naturale. Suggerisco di non tenere profumi in casa né altre sostanze odorose, anche se etichettate come balsamiche, perché l'odore potrebbe determinare un broncospasmo. I riscaldamenti non vanno tenuti troppo alti, la temperatura oltre 20 gradi diventa pericolosa. E soprattutto quando il bambino ha la febbre non va coperto troppo, ma al contrario gli va alleggerito il letto e i vestiti. Questo perché l'alta temperatura prodotta dall'organismo per difendersi, uccidendo gli agenti infettivi deve potersi disperdere».

Anche se è ammalato, continua il pediatra, «il bambino può mangiare qualunque cosa purché la gradisca, ma è importante mai forzarlo a mangiare. Fondamentale anche l'igienizzazione delle mani, operazione che siamo stati tutti convinti a eseguire in tempi di Covid. È una routine molto positiva perché le mani, dopo l'aria che respiriamo, sono il principale veicolo di trasmissione delle infezioni». Sempre su questo fronte, conclude, «attenzione anche ai fazzoletti usati e a toccare gli oggetti con le mani che hanno in precedenza toccato occhi e naso, in quanto le secrezioni oculari, nasali e respiratorie in generale sono un importante» fonte di contaminazione. 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 25 Novembre 2022, 07:58
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