Influenza aviaria, cos'è e quali sono i rischi per l'uomo. «Il vero pericolo sarebbe un "salto di specie"»

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di Raffaele Alliegro

Una zona di protezione e una di sorveglianza sono state istituite dalla Regione Lazio per il focolaio di influenza aviaria accertato dalla Asl Roma 3 in un allevamento avicolo di Ostia. La zona di protezione «con raggio di 3 chilometri dall'allevamento sede del focolaio di influenza» e la zona di sorveglianza «con un raggio di 10 chilometri». Ma cosa è l'influenza aviaria? E quali rischi di contagio corre l'uomo? Lo spiega con chiarezza l'Istituto superiore di sanità, che offre sul suo sito anche le risposte alle domande più frequenti.

Influenza aviaria a Roma, un caso accertato: focolaio in un allevamento a Ostia Antica. «Ceppo grave», scatta zona di protezione di 3 km

Influenza aviaria, cos'è e quali sono i rischi per l'uomo

«Identificata per la prima volta in Italia più di un secolo fa l'influenza aviaria è una malattia causata da un virus dell'influenza di tipo A», spiega l'Iss: «Diffusa in tutto il mondo, l'influenza aviaria ha manifestazioni molto diverse, da quelle più leggere fino alle forme altamente patogeniche e contagiose che generano epidemie acute. Riserve naturali dei diversi sottotipi di virus dell'influenza aviaria sono le anatre selvatiche, identificate come fonte di contagio per il pollame da allevamento. Nei Paesi asiatici, un ruolo preminente alla diffusione del virus è stato identificato nella vendita di pollame vivo ai mercati. Inoltre, i virus si possono trasmettere da azienda ad azienda tramite i mezzi meccanici, gli attrezzi e strumenti contaminati, le macchine, i mangimi, le gabbie, o perfino gli indumenti degli operatori».

 

La presenza nei polli del virus H5N1, secondo l'Istituto superiore di sanità, determina due rischi principali per la salute umana. «Il primo è il rischio di infezione diretta, se il virus passa dal pollo all’uomo. In qualche rara occasione, infatti, i virus dell’influenza aviaria sono riusciti a infettare uomini che però erano stati esposti ad elevate quantità di virus». Un secondo rischio «è che il virus, in condizioni adeguate, possa mutare in un virus nuovo che abbia la capacità di trasmettersi con facilità da persona a persona. Per diventare veramente pericolosi per la popolazione umana questi virus devono acquisire la capacità di trasmettersi facilmente da uomo a uomo, ossia effettuare il cosiddetto “salto di specie” che finora non si è verificato.

La comparsa di un nuovo virus potrebbe causare una epidemia di influenza diffusa a livello mondiale». Il virus comunque non passa facilmente dai volatili all'uomo. La trasmissione dai polli all’uomo «richiede un contatto molto stretto, le principali modalità di infezione sono il contatto diretto con pollame infetto o con superfici e oggetti contaminati dalle feci del pollame».

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Ma quali sono le persone che rischiano di più? Secondo l'Istituto superiore di sanità «chi alleva o macella pollame può trovarsi a contatto con animali malati. Anche le persone che trasportano pollame vivo e i veterinari sono potenzialmente a rischio. Le misure precauzionali raccomandate per queste categorie professionali sono di vaccinarsi annualmente contro l’influenza umana e lavarsi le mani con acqua e sapone dopo il contatto con il pollame. Ulteriori raccomandazioni, come l’uso di misure di protezione individuale, si applicano soltanto ai lavoratori in aree in cui è stato isolato il virus H5N1 o altri virus aviari ad alta patogenicità».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 11 Novembre 2021, 15:46
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