​Vaccini, anticorpi, test rapidi: ecco le mosse per sconfiggere il Covid

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di Mauro Evangelisti

Ospedali pieni, ogni giorno almeno 500 morti, chiusure necessarie ma dolorose, inverno ancora lungo e funestato dall’epidemia del coronavirus. Di fronte a questo scenario angosciante, si rischia di dimenticare che ci sono almeno cinque motivi che ci possono rendere ottimisti e consapevoli che i sacrifici attuali non sono inutili. Oggi dobbiamo continuare tutti, ma proprio tutti, a prestare molta attenzione, a indossare le mascherine, a mantenere le distanze, a lavarci le mani, a evitare cene con troppi parenti visto che è in famiglia che si registrano 3 focolai su 4. Ma è una battaglia che vinceremo. Perché possiamo essere ottimisti?

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1. VACCINI
Non sono più una speranza, ma una soluzione vicina. Negli Stati Uniti due gruppi importanti come Pfizer (in collaborazione con la tedesca BioNTec) e Moderna hanno annunciato che i loro vaccini hanno un’efficacia superiore al 90 per cento. Se si può essere diffidenti di fronte ad annunci che passano da comunicati stampa, si può confidare nelle parole di un’autorità come il professor Anthony Fauci («l’efficacia del vaccino è davvero impressionante») che ha promosso entrambi i progetti. In Europa, l’alleanza Oxford-Irbm-AstraZeneca ha raggiunto un analogo risultato ed è questione di poche settimane prima della conclusione della sperimentazione. In totale sono 12 i vaccini in fase 3. La produzione dei vaccini è iniziata, tra dicembre e gennaio si partirà con la somministrazione prima negli Usa, poi in Europa delle prime dosi. A inizio estate vedremo i benefici della vaccinazione di una parte consistente della popolazione.

2. ANTICORPI MONOCLONALI
La notizia è stata oscurata dai fuochi d’artificio sui vaccini, ma il 9 novembre la Fda negli Stati Uniti ha rilasciato l’autorizzazione (per ora solo per le emergenze) dell’anticorpo monoclonale Bamlanivimab per il trattamento del Covid-19, elaborato dalla compagnia Ely Lilly. Spiegano dalla Fda: «Gli anticorpi monoclonali sono proteine prodotte in laboratorio che imitano la capacità del sistema immunitario di combattere antigeni nocivi come i virus».

I monoclonali hanno dimostrato efficacia sui pazienti se somministrati per tempo, all’inizio del contagio, riducendo drasticamente la necessità di ricovero. In stadio avanzato anche il cocktail di anticorpi monoclonali elaborato da Regeneron, divenuto noto al grande pubblico perché ha curato il presidente uscente americano, Donald Trump. In Italia si sta sviluppando un anticorpo monoclonale anti Covid presso la Fondazione Toscana Life Sciences, a marzo sarà completata la sperimentazione, da maggio le prime dosi saranno disponibili. I monoclonali offrono una protezione complementare a quella dei vaccini, perché consentono di intervenire sul paziente già infettato o prevenire conseguenze gravi della malattia in alcune comunità a rischio, come le case di riposo.

3. TEST RAPIDI
Rispetto all’inizio della pandemia, la ricerca ha consentito di migliorare e diversificare la possibilità di eseguire test per scoprire se una persona è contagiata. I tamponi antigenici rapidi, che danno una risposta in 20 minuti, sono sempre più diffusi; quelli salivari sono ancora più semplici e in Veneto addirittura si è partiti con quelli fai-da-te. Se verificare la positività diventerà semplice e veloce, le insidie degli asintomatici che diffondono il virus si ridimensioneranno.

4. IL VIRUS NON È INVINCIBILE
Si tratta di una lotta lunga e dolorosa, ma le chiusure e le limitazioni agli spostamenti hanno frenato il contagio nei Paesi europei in cui la diffusione di Sars-CoV-2 a un certo punto era fuori controllo. In sintesi: l’epidemia, in attesa di vaccini e anticorpi monoclonali, può essere rallentata.

5. GLI ASINTOMATICI SONO LA MAGGIORANZA
Essere cauti, anche spaventati, è giusto: è un virus perfido e insidioso, che lascia strascichi anche in una parte dei pazienti guariti. Allo stesso tempo è giusto valutare tutti i numeri con razionalità: su 717.000 italiani attualmente positivi, solo il 5 per cento è in ospedale. Certo, anche tra chi è in isolamento domiciliare una quota ha sintomi non lievi, però, per fortuna, la grande maggioranza di chi viene contagiato guarisce.
 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 30 Dicembre 2020, 15:19
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