Covid, Europa a 3 velocità: più vaccini e meno morti in Italia e Spagna, Russia e paesi dell'Est nel baratro

Preoccupano gli aumenti di contagi e decessi anche in Gran Bretagna e Germania

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di Paolo Ricci Bitti

L'Austria minaccia il lockdown, sia pure in maniera selettiva. La Lituania, invece, lo ha già applicato a tappeto, compreso un rigido coprifuoco. La Gran Bretagna tira dritto nell'assenza di limitazioni nonostante numeri sempre più allarmanti: resistenze persino a reintrodurre (ma probabilmente ci si arriverà) le misure minime di buon senso come le mascherine. La Russia piange più morti adesso che all'inizio della pendemìa Covid.

E' questo lo scenario in cui resiste la più banale evidenza, sia pure con eccezioni: si registrano meno decessi nelle nazioni che sono più avanti nella campagna vaccinale (almeno due dosi) in cui spiccano Italia e Spagna. Sono esse a guidare, con il 70,6% e il 79% (fonte Oxford University), il fronte dei grandi paesi europei con le maggiori quote di vaccinati, senza dimenticare la situazione opposta rispetto alle limitazioni tipo il Green Pass che in Spagna non è stato adottato, con la possibilità per le regioni di applicare restrizioni locali. 

Il trend vale anche se includono le nazioni medie e piccoli, vedi il Portogallo, il più virtuoso di tutti con l'86% di vaccinati fra i circa 10 milioni abitanti.

L'effetto collaterale benefico

Sono questi tre paesi a registrare il minore tasso di mortalità in Europa. In Italia, è vero, non cala, anzi è in aumento, il numero dei contagiati, ma gli esperti lo valutano persino in maniera positiva, almeno fino a un certo livello. E' che l'obbligo del Green Pass costringe chi non si vuole vaccinare a fare tamponi a ripetizione e questo porta a scoprire un maggior numero di contagiati che poi devono restare a casa in quarantena limitando la diffusione del virus. Un effetto collaterale e benefico che non era del tutto previsto e che viene osservato con attenzione dalla Francia dove ieri si sono contati all'incirca gli stessi morti (35) dell'Italia (39) a fronte di una campagna vaccinale che ha raggiunto il 66,7%. Gli altri paesi in cui è stato adottato il Green Pass sono, in varie forme, la Serbia e la Bulgaria

In numero dei morti decolla invece in Gran Bretagna (cinquantamila contagi giornalieri, più di 12 volte quelli dell'Italia, e 180 decessi)  e Grecia, dove è vaccinato rispettivamente il 66,7% e il 61% della popolazione. In Grecia 36 morte a fronte di 10 milioni di abitanti. Aumentano le preoccupazioni anche in Germania (65,5% di vaccinati) a fronte di 15mila contagiati e 86 morti.

L'Austria, che pure registra il 61,5% di vaccinati, è talmente preoccupata di ingolfare le terapie intensive che ha varato un piano in 5 fasi che può portare alla reintroduzione del lockdown per i non vaccinati. Già fatto, ma per tutti gli abitanti, in Lituania, fra i paesi più avanti nella campagna vaccinale fra quell'Est con il 61.1%: qui il lockdown durerà almeno un mese.

 

Da queste quote in giù si spalanca il baratro dei ritardi nelle campagne vaccinali, a cominciare dalla Russia dove i vaccinati sono solo il 32% della popolazione. E poi la Romania (30,2%), costretta a esportare in malati in Ungheria, la Bulgaria (20,7%), Polonia (52%), Ucraina 15,9%), Ungheria (59,3%). 

Accade così che la Russia blocchi numerose attività produttive e commerciali per almeno dieci giorni per evitare assembramenti. 

Inevitabile dopo che nel paese nelle ultime 24 ore sono stati registrati 1.075 decessi, il massimo in un giorno dall'inizio dell'epidemia: lo riporta la Tass citando i dati del centro operativo anticoronavirus.

Nel Paese, si registra anche un nuovo picco di nuovi casi accertati di Covid: 37.678 nel corso dell'ultima giornata.

Gli effetti sull'economia

L'Italia incassa intanto i complimenti del Financial Times, che lega i progressi economici al robusto programma di vaccinazione e all'introduzione del Green pass. E il tedesco Handelsblatt osserva come con la guida del premier Mario Draghi l'Italia «si sta staccando dagli altri grandi Paesi europei in termini di crescita economica». Anche qui, accanto alle riforme messe in campo, viene citata la severa applicazione del Green pass. Il discrimine tra i Paesi che stanno ricadendo nella pandemia, con un inevitabile rallentamento della ripresa economica, e quelli che la stanno contenendo sono infatti i vaccini e i controlli collegati, a partire dal certificato verde fino a distanziamento e mascherine. E l'Italia dove, a differenza della Gran Bretagna, le mascherine sono ancora obbligatorie al chiuso e, a differenza del resto d' Europa, senza il Green pass non si può entrare neanche nel luogo di lavoro, è scomparsa dalla classifica dei 15 Paesi con più casi di Covid. Scivolata al ventesimo posto e preceduta, oltre che da Gran Bretagna, Russia, Turchia e Usa che guidano la classifica, anche dalla Germania e dalla Francia.

Il caso più simile all'Italia lo rappresenta la Grecia (al 27esimo posto nella classifica) dove non c'è il Green pass obbligatorio nei luoghi di lavoro ma, che si tratti di pubblico o privato, i lavoratori non vaccinati sono obbligati a un doppio tampone settimanale, da fare a proprie spese. Un indubbio incentivo alla vaccinazione, come il Green pass italiano. 

Paolo Ricci Bitti


Ultimo aggiornamento: Domenica 24 Ottobre 2021, 11:03
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