Covid, Pechino: «Inaccettabili i test sui viaggiatori. No ai vaccini dall'Ue». Tajani: «Tamponi? Nulla di offensivo»

Il portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning: «Potremmo prendere contromisure». La replica di Parigi: «Continueremo a farli»

Covid, Pechino: «Inaccettabili i test sui viaggiatori. No ai vaccini dall'Ue». Tajani: «Tamponi? Nulla di offensivo»

Covid e restrizioni per la Cina. Il governo di Pechino ha condannato la decisione di diverse nazioni, tra cui l'Italia, che hanno ripristinato test e restrizioni per le persone in arrivo dalla Cina a causa dell'alto numero di contagi nel Paese asiatico, avvertendo che potrebbe prendere «contromisure» in risposta.

Covid, riunione dell'Unione Europea il 4 gennaio sugli arrivi dalla Cina

Covid, Cina minaccia rappresaglie

«Alcuni Paesi hanno adottato restrizioni all'ingresso che prendono di mira solo i viaggiatori cinesi. Ciò manca di basi scientifiche e alcune pratiche sono inaccettabili», ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, durante un punto stampa, aggiungendo la Cina potrebbe «prendere contromisure basate sul principio di reciprocità».

La reazione della Francia

Il primo ministro francese Elisabeth Borne ha dichiarato che i test anti Covid-19 per i viaggiatori in arrivo dalla Cina continueranno nonostante le proteste di Pechino. «Penso che stiamo compiendo il nostro dovere nel chiedere test», ha detto Borne alla radio France Info quando gli è stato chiesto della reazione della Cina, prima di aggiungere: «Continueremo a farlo».

 

Ecdc: nessun impatto in Europa da ondata cinese

«Non si prevede che l'ondata di casi Covid in Cina influirà sulla situazione epidemiologica del Covid-19 nell'Unione Europea e nello Spazio Economico Europeo». E' quanto ha affermato l'European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) in una nota. Secondo l'organismo europeo, «le varianti che circolano in Cina sono già in circolazione nell'UE e, in quanto tali, non rappresentano un pericolo per la risposta immunitaria dei cittadini UE/SEE. Inoltre, i cittadini dell'UE/SEE hanno livelli di immunità e vaccinazione relativamente elevati».

Vaccini gratis dall'Ue alla Cina 

Come riporta il Financial Times, inoltre, l'Ue avrebbe offerto vaccini anti-Covid-19 gratuiti alla Cina per aiutare Pechino a contenere un focolaio di massa della malattia a seguito della decisione di porre fine alle rigide restrizioni nazionali legate alla pandemia.

L'offerta è stata fatta nei giorni scorsi prima di una riunione dei funzionari del ministero della salute dell'Ue martedì, secondo quanto affermano fonti anonime della Commissione europea, citate da Ft. L'iniziativa fa parte degli sforzi del commissario per la salute Stella Kyriakides per organizzare una risposta europea alla prospettiva di un'ondata di infezioni dopo che Pechino ha abbandonato la sua cosiddetta politica "zero Covid". Pechino deve ancora rispondere all'offerta, secondo le fonti citate. La Cina ha fatto affidamento sui suoi vaccini Sinovac e Sinopharm prodotti internamente e deve ancora distribuire vaccini occidentali utilizzando la tecnologia mRNA su larga scala. L' Organizzazione mondiale della sanità il 21 dicembre ha affermato che l'attuale copertura vaccinale della Cina era insufficiente. I suoi vaccini domestici richiedono tre dosi per prevenire malattie gravi nelle persone vulnerabili. Due dosi hanno fornito solo il 50% di protezione per le persone di età superiore ai 60 anni, ha sottolineato in una conferenza stampa Mike Ryan, capo delle emergenze sanitarie dell'Oms.

La Cina declina l'offerta

«La Cina ha stabilito le più grandi linee di produzione al mondo di vaccini Covid con una capacità di produzione annuale di oltre 7 miliardi di dosi e una produzione annua di oltre 5,5 miliardi di dosi, che soddisfano le esigenze di garantire che tutte le persone idonee alla vaccinazione abbiano accesso ai vaccini Covid». Così la portavoce del Ministero degli Esteri Mao Ning ha risposto all'offerta dell'Ue di vaccini gratis. «La situazione Covid in Cina è prevedibile e sotto controllo. Siamo pronti a lavorare con la comunità internazionale in solidarietà, affrontare la sfida in modo più efficace», ha aggiunto.

Tajani: «Non c'è nulla di offensivo»

«Mi sembrano misure normalissime. Lo fanno tanti cinesi ma anche tanti italiani provenienti dalla Cina. È a tutela della salute fare un tampone, non ha nulla di offensivo. È un provvedimento normale per evitare che si diffonda il Covid». Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani sulle reazioni di Pechino alle nuove misure decise dall'Italia per gli arrivi dalla Cina, nella trasmissione "Oggi è un altro giorno" su Rai1. «Non c'è nessun intendimento offensivo né limitativo della libertà - ha spiegato Tajani -. Noi italiani siamo stati all'avanguardia. Siamo stati il primo Paese e poi altri hanno seguito».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 4 Gennaio 2023, 08:48
© RIPRODUZIONE RISERVATA