Vaia (Spallanzani): «Uno scandalo anteporre il profitto alla salute. La piazza in Germania? Persone manipolate»

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di Lucilla Vazza
«La proroga delle misure di distanziamento sui treni e in generale sui mezzi di trasporto è un atto dovuto assolutamente di buon senso. Bene ha fatto il ministro della Salute, a marcare la distanza. Perché soprattutto in questa fase, con i contagi in aumento, non si capisce come aziende dal profilo pubblico come quelle dei trasporti possano anteporre il profitto a ragioni di salute generale, è una cosa scandalosa», è la reazione senza mezzi termini di Francesco Vaia, direttore sanitario dell'Istituto Spallanzani di Roma.

«Abbiamo il dovere di intervenire a monte e non solo a valle, la sanità non può essere lasciata sola a combattere il virus. La pandemia interessa tutti i segmenti della società, ognuno deve fare la sua parte, aziende comprese. Ntv avrebbe chiesto ai viaggiatori di compilare l'autocertificazione, non basta assolutamente».

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Nonostante l'ordinanza del ministro Speranza, la Regione Lombardia, legittimamente, ha confermato la possibilità di tornare a occupare il 100% dei posti a sedere sui mezzi di trasporto pubblico locale. Sbaglia?
«Le indicazioni sulla salvaguardia della salute pubblica devono prevalere sempre sulle pur legittime differenze di opinioni. In questo caso il buonsenso è dirimente. Meglio che al chiuso si pongano ancora in essere le misure di salvaguardia quale distanziamento e mascherine. La Lombardia ha già pagato un prezzo altissimo. Mi auguro che ci si ripensi e prevalga la saggezza».

Sui voli però il distanziamento non c'è. Lei è stato sempre molto netto sulle regole per il trasporto, ce lo conferma?
«Prima di viaggiare, nelle 24 ore precedenti, il cittadino deve sottoporsi ai test e risultare negativo. Solo così noi eviteremo la circolazione del virus a livello internazionale, ma soprattutto europeo, per quanto ci riguarda. Penso alle comunità dell'Est Europa, bulgare e rumene, alle migliaia di lavoratori che spesso hanno un ruolo delicato di caregiver dei nostri anziani. Dobbiamo avere la certezza che quando arrivano in Italia siano negativi, perché è profondamente ingiusto vanificare con atteggiamenti di superficialità lo sforzo che tutti noi abbiamo fatto, cittadini e operatori sanitari. Spesso questi lavoratori sfuggono ai controlli, non partecipano agli screening, ecco perché non può essere solo un tema di sanità. È un problema anche di ordine pubblico. I ministri degli Esteri e della Sanità devono spingere perché si attui un protocollo unico per lo meno a livello europeo per cui non ci si può imbarcare senza tampone negativo. Io applicherei il criterio a tutti i trasporti di lunga percorrenza, aeroporti, stazioni e porti. Questa misura ce la impone il cambiamento dei contagiati».

L'Iss dice che nelle ultime settimane i contagiati sono sempre più giovani
«È cambiata completamente la carta d'identità dei contagiati. L'età media è passata da 62 anni a 40 anni, ma soprattutto nell'ultimo mese i giovani da 0 a 18 anni sono il 12%, da 10 a 50 sono il 51.7%, una cifra enorme. Dobbiamo di nuovo ripetere l'appello ai ragazzi: se amate i vostri genitori e i vostri nonni rispettate le regole di distanziamento, non dovete aver paura, perché oggi siamo preparati a affrontare la malattia, ma non dovete abbassare la guardia. I giovani siano protagonisti di questa battaglia, basta con le minacce e i rimproveri, sono la parte migliore della società, lavoriamo insieme per superare questo momento. Per questo anche i cambiamenti nella scuola vanno fatti in un'ottica di lungo periodo, non con piccoli interventi, serve un piano Marshall per rimettere al centro i giovani che sono il futuro della società».

Ieri intanto in 15mila negazionisti del Covid hanno sfilato a Berlino, come è possibile negare l'evidenza della malattia?
«Sono dei poveri disgraziati come i no vax che però fanno tanto male alla società. Alla politica dobbiamo chiedere di mettere da parte per un po' le differenze e di progettare insieme la rinascita dell'Italia. Bisogna uscire dalla logica dell'emergenza, va progettato il futuro in modo strutturale, nella scuola appunto, ma anche nei trasporti. Io che ci combatto ogni giorno non ho paura del virus e invito gli altri a non avere paura, perché il sistema Paese è molto più pronto, ma attenzione, io sono atterrito per quello che può succedere a settembre quando riapriranno le scuole. Pensiamo a città come Roma».
 


 

Ultimo aggiornamento: Domenica 2 Agosto 2020, 11:37
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