A esser chiarito nel nuovo lavoro è il reale motivo alla base di questa associazione. I ricercatori avevano infatti ipotizzato che il motivo fosse collegato all'irrigidimento delle pareti vascolari causato dal sale, che poteva influenza l'apporto di sangue alle cellule cerebrali. Ma gli autori si sono resi conto che la riduzione del flusso ematico non era di entità tale da impedire il normale funzionamento del cervello.
Studiando i topi, sono riusciti a dimostrare che la ridotta produzione di nitrossido da parte dei vasi sanguigni, causata dal troppo sale, influenza la stabilità della proteina tau nei neuroni.
«Quando la proteina tau diventa instabile e fuoriesce dal citoscheletro provoca dei problemi» poiché si accumula nel cervello, spiega Costantino Iadecola, professore di neurologia alla Weill Cornell Medicine. Per verificarlo, i ricercatori hanno somministrato ai topi una dieta ricca di sale ma anche un anticorpo che promuove la stabilità della proteina tau, notando come questo li proteggeva dallo sviluppo di demenza. «Questo ci ha convinto che la cosa è determinante per la comparsa di Alzheimer è la formazione dei depositi di tau e non la riduzione del flusso ematico al cervello», sottolinea Uadecola.
Ultimo aggiornamento: Domenica 27 Ottobre 2019, 22:43
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