Bisfenolo di tipo A tra le cause dell'obesità giovanile: cos'è la sostanza e perché è pericolosa

Dalla fine degli anni '90 la sostanza è sospettata di avere effetti avversi sulla salute in seguito alla migrazione nei cibi

Bisfenolo di tipo A tra le cause dell'obesità giovanile: cos'è la sostanza e perché è pericolosa

L'esposizione al bisfenolo A attraverso gli alimenti può avere effetti nocivi sul sistema immunitario ed è un rischio per la salute dei consumatori europei di tutte le fasce d'età. Sono le conclusioni di un nuovo studio dell'Efsa, Autorità europea per la sicurezza alimentare.

Sulla molecola utilizzata nella produzione di contenitori per cibi e bevande. Dalla fine degli anni '90 la sostanza è sospettata di avere effetti avversi sulla salute in seguito alla migrazione nei cibi. Dal 2017 è stata classificata in Ue come candidata alla sostituzione e dal 2018 il suo uso è stato vietato nei biberon e in altri contenitori di alimenti per bambini di età inferiore ai tre anni.


Il parere degli esperti

Soddisfatti, gli esperti, per la decisione dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) sul bisfenolo A, una sostanza della quale sottolinea i possibili effetti nocivi sulla salute, in particolare fra le cause dell'obesità nei giovani. Utilizzato soprattutto negli oggetti di plastica, comei bottiglie e bicchieri, questa sostanza. «è sotto i riflettori da 25-30 anni», osserva Annamaria Colao, presidente della Società italiana di endocrinologia. Il bisfenolo A, prosegue, «fa parte della nostra vita quotidiana. Sappiamo che agisce come distruttore endocrino, in particolare del recettore dell'insulina, è uno dei composti chimici che noi specialisti definiamo interferenti obesogeni, è una delle cause dell'obesità nell'infanzia e tra i giovani e con conseguenze sul diabete. Stiamo parlando di un composto che interagisce in modo serio». Colao osserva inoltre che il bisfenolo A «è stato anche ridotto nelle plastiche per uso alimentare e chiunque si può rendere conto che le bottigliette di plastica che oggi usiamo sono molto più morbide che in passato. Ma questo, dal punto di vista medico, potrebbe non bastare: queste sostanze chimiche che entrano nel nostro corpo non dovremmo proprio averle».

L'Efsa in base alle conclusioni del nuovo studio ha potuto stabilire la nuova dose giornaliera tollerabile in 0,2 nanogrammi (2 miliardesimi di grammo), in sostituzione del precedente livello temporaneo di 4 microgrammi (4 milionesimi di grammo), per chilogrammo di peso corporeo al giorno: circa 20mila volte più bassa. Secondo l'esperta questa riduzione «è collegata anche ai dati relativi al sistema immunitario, che legano il bisfenolo a alle allergie. Il rapporto prima non era così solido, ora si sta consolidando». L'esperta rileva inoltre che «il bisfenolo A è un composto abbastanza volatile: è già dimostrato in letteratura che, se dalla bottiglietta di plastica si travasa l'acqua nel bicchiere di vetro, dopo venti minuti-mezz'ora di bisfenolo a non ve ne sarà più.

La prudenza sta quindi nel non bere dalla bottiglietta di plastica e non usare i bicchieri di plastica, ma travasare in quelli in vetro. Si possono, in alternativa, utilizzare bottiglie senza bisfenolo, ne vengono prodotte». Secondo Colao «occorre una particolare attenzione alle donne in gravidanza e ai bambini molto piccoli. Ad esempio, andrebbe evitato di far bere i bambini in un bicchiere di plastica e in generale l'utilizzo dei contenitori di plastica con sostanze acide, perché l'acido, corrodendo un pò la plastica, ne fa aumentare il contenuto di bisfenolo all'interno della sostanza che abbiamo conservato».

 


Il parere dell'esperta

«Ben venga l'aggiornamento di Efsa sul bisfenolo A, una delle cause dell'aumento dell'obesità nell'infanzia e tra i giovani e delle conseguenze sul diabete, sono felice che abbia fatto questa osservazione perché era ora. Il bisfenolo A era sotto i riflettori da 25-30 anni». Lo spiega la professoressa Annamaria Colao, presidente della Società italiana di endrocrinologia, commentando un nuovo studio dell'Efsa che conferma che il bisfenolo A nei cibi tramite i contenitori di plastica è un rischio per la salute.

«E' un componente utilizzato in molte preparazioni chimiche - aggiunge Colao - in particolare tutto ciò che riguarda gli oggetti fatti con plastica, tra cui bottiglie, bicchieri di plastica, contenitori. Una nota, oltre 10 anni fa, lo aveva già vietato nei biberon e nelle tettarelle per neonati: è uno dei composti chimici che noi specialisti definiamo interferenti obesogeni, è una delle cause dell'aumento dell'obesità nell'infanzia e tra i giovani e delle conseguenze sul diabete. Stiamo parlando di un composto che interagisce in modo serio». L'aver stabilito la nuova dose giornaliera tollerabile in 0,2 nanogrammi (2 miliardesimi di grammo), in sostituzione del precedente livello temporaneo di 4 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno, circa 20mila volte più bassa, è per l'esperta «collegato anche ai dati relativi al sistema immunitario, che legano il bisfenolo alle allergie. Il rapporto prima non era così solido, ora si sta consolidando». Da Colao arrivano anche alcuni suggerimenti: ad esempio, non bere direttamente dalla bottiglietta di plastica e non usare i bicchieri di plastica, ma travasare in quelli in vetro l'acqua e attendere 20 minuti prima di bere, perché il bisfenolo a è abbastanza volatile e non ve ne sarà traccia dopo un certo periodo di tempo.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 21 Aprile 2023, 08:34
© RIPRODUZIONE RISERVATA