Bere troppe bevande zuccherate aumenta dell'8% il rischio di morte
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È emerso in particolare che - rispetto a un basso consumo - bere ogni giorno due o più bicchieri di bibite si associa a maggior rischio di morte per patologie cardiovascolari e bere uno o più bicchieri al giorno per patologie dell'apparato digerente. «L'osservazione impressionante del nostro studio è che abbiamo trovato associazioni col rischio di morte per tutte le cause sia per le bibite zuccherate, sia per quelle dolcificate artificialmente», sottolinea Murphy. I possibili meccanismi biologici in atto, in grado di spiegare tali associazioni sono diversi per i due tipi di bibite, continua: «per quelle zuccherate in primis l'eccesso di calorie che contribuisce all'aumento di peso e all'obesità, sebbene l'associazione sia stata riscontrata anche per i consumatori magri, segno che, oltre all'eccesso di peso, giocano un ruolo importante anche altri meccanismi. Le bibite zuccherate alzano la glicemia (concentrazione di zucchero nel sangue) che a sua volta porta a maggiori livelli di insulina, insulino-resistenza e infiammazione», spiega l'autore.
Per le bibite con dolcificanti artificiali i meccanismi sono meno chiari: prove scientifiche ancora limitate suggeriscono che i dolcificanti non sono inattivi ma potrebbero indurre comunque iperglicemia e alti livelli di insulina rischiosi per la salute, ma servono altri studi per verificarlo. Per quanto si tratti di uno studio epidemiologico di tipo osservazionalè, conclude l'autore, i risultati danno sostegno alla validità di iniziative di salute pubblica volte a ridurre il consumo di bibite e a seguire una dieta equilibrata.
ASSOBIBE - l’Associazione che in CONFINDUSTRIA rappresenta le imprese che producono e vendono bevande analcoliche in Italia – richiama le “Conclusioni” della ricerca in cui si afferma che “trattandosi di studio osservazionale, non è possibile stabilire un nesso causale tra consumo soft drink e mortalita’” e che a causa di questa metodologia “le osservazioni possono essere distorte”.
ASSOBIBE ricorda che i soft drink sono considerati sicuri dalle principali autorità sanitarie del mondo, compresa l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, così come gli edulcoranti ipocalorici e non calorici.
Detto ciò, l’industria riconosce di avere un ruolo nel combattere l’obesità e l’aumento di peso, ed è il motivo per cui ha intrapreso la via della riduzione di calorie e zucchero, nonostante nel nostro Paese i consumi di queste bevande siano molto contenuti (l’Italia è al penultimo posto in Europa) e in contrazione (-25%) dal 2009 a oggi.
In Italia l'incidenza delle bibite gassate zuccherate sull'apporto calorico giornaliero è inferiore all'1% del totale negli adulti (lo 0.6% nei bambini). Il 99% delle calorie consumate deriva da altri alimenti e bevande.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 4 Settembre 2019, 11:54
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