Nasce a Roma la prima scuola nazionale dell’olio extravergine
L’offerta didattica si divide in una parte teorica e una di formazione sensoriale, attraverso prove, incontri e degustazioni, ed è pensata per offrire una formazione altamente specializzata per quanti operano nella produzione, distribuzione e promozione dell’olio di qualità. La scuola realizzerà corsi base e tecnici (con attestazione di idoneità e certificazione per l’iscrizione nell’elenco nazionale degli assaggiatori), seminari divulgativi e corsi professionalizzanti dove verranno approfonditi tutti gli argomenti rilevanti per il settore: stili alimentari e di consumo, attributi positivi e negativi dell’olio, cultivar principali, marketing, biodiversità, nutriceutica, usi gastronomici (è prevista la traduzione simultanea in inglese delle lezioni). Nel sito dedicato (www.evooschool.it) sarà possibile trovare tutte le informazioni e, nella sezione Corsi, consultare il calendario completo delle attività e scaricare i moduli per iscriversi alle diverse iniziative. La parte esperienziale e sensoriale sarà sviluppata grazie a un apposito laboratorio e una sala panel, conforme alle linee guida del C.O.I., per le valutazioni organolettiche. Previsti anche incontri con i protagonisti del mondo dell’olio extravergine di qualità.
«La conoscenza sulle caratteristiche di un vero olio extravergine di oliva è strumento fondamentale per una reale e consapevole libertà di scelta nell’acquisto soprattutto in un Paese come l’Italia che può contare su un primato qualitativo e di sicurezza a livello mondiale – spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti - Attenzione però agli inganni, il rischio per i consumatori è che nelle bottiglie di olio, magari vendute sotto marchi italiani ceduti all’estero, si trovi prodotto straniero peraltro favorito da etichette dove l’indicazione della provenienza è spesso illeggibile. Per questo stiamo lavorando per rendere più evidente l’indicazione di origine con caratteri più grandi e in posizioni più visibili. Sulle confezioni è praticamente impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva dal 1° luglio 2009, in base al regolamento comunitario».
«Vogliamo ricostruire la giusta percezione dell’olio extravergine di qualità e formare professionisti in un settore in continua evoluzione e di grande rilevanza per il panorama agroalimentare italiano – spiega David Granieri, presidente Unaprol – La scuola non sarà solo un luogo di formazione, ma un punto di incontro, dialogo e crescita per gli operatori della filiera, con l’obiettivo di valorizzare qualità e distintività, diffondere la cultura dell’olio, incentivare verso il consumo consapevole e sviluppare tematiche e problematiche nell’ottica di un confronto attivo e propositivo con le istituzioni». L’Italia è il secondo produttore mondiale di olio di oliva, alle spalle della Spagna, con un patrimonio di 250 milioni di ulivi e 1,1 milioni di ettari di terreno coltivati, nonché il primo Paese per consumo con circa 535mila tonnellate (consumo pro capite 8,9 kg). Secondo l’analisi di Coldiretti, in Italia 9 famiglie su 10 consumano tutti i giorni olio d’oliva e il 93% giudica migliore l’olio Made in Italy anche se rimane il rischio che l’olio straniero venga “spacciato” come italiano.
Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Maggio 2019, 17:11
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