Scuola, tamponi gratis agli alunni. «Ma molte farmacie li fanno pagare»

Le famiglie non trovano strutture che eroghino il servizio deciso dal governo

Scuola, tamponi gratis agli alunni. «Ma molte farmacie li fanno pagare»

di Camilla Mozzetti

Per un giorno intero Silvia, una giovane mamma romana di ben otto figli, ha provato invano a trovare una farmacia dove fare un tampone gratuito alla figlioletta più piccola al fine di poterla rimandare a scuola «e - dice - non ne ho trovata neanche una». Tutte quelle che ha contattato, in un’ampia area della Capitale (da piazza Bologna al Tiburtino), le hanno risposto allo stesso modo: «Non abbiamo ancora la procedura attuativa» quindi «il tampone lo paga come tutti i clienti». Ma Silvia non pretendeva nulla di anomalo: «Cercavo solamente un servizio che il governo - spiega - ha previsto proprio per le famiglie». 

IL SERVIZIO

È tutto scritto nella circolare interministeriale dei dicasteri Salute e Istruzione dove, alla voce “Misure per il tracciamento nella popolazione scolastica”, si legge chiaramente: «Si prevede fino al 28 febbraio per la popolazione scolastica delle scuole secondarie di primo e secondo grado, in regime di auto–sorveglianza, la possibilità di effettuare gratuitamente i test antigenici rapidi (T5) sia presso le farmacie sia presso le strutture sanitarie autorizzate, a seguito della prescrizione medica di competenza del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta». La circolare è dell’8 gennaio scorso ma fino a ieri le famiglie hanno dovuto mettere mano al portafogli: nessun tampone gratuito è stato loro garantito. Il motivo? Non erano state indicate le modalità operative della circolare che prevedono un raccordo telematico tra medici, pediatri, farmacie e anche laboratori accreditati. 

IL RITARDO

La nota della Regione con cui si dà avvio al servizio è datata 20 gennaio e il meccanismo funzionerà così: il medico o il pediatra nella redazione di una ricetta dematerializzata per il tampone dovranno inserire un particolare codice identificativo (983790294) che sarà riconosciuto dalle farmacie o dai laboratori di analisi che, pertanto, provvederanno all’erogazione del tampone gratuito.

Questo sarà poi loro rimborsato dal Sistema sanitario nazionale. E nel mentre? Per due settimane le famiglie che hanno voluto fare il test in farmacia - e non nei drive-in organizzati dalla Regione - hanno pagato l’esame. «La nota ci è arrivata giovedì - spiega Alberto Chiriatti, vice segretario della Fimmg Lazio, la Federazione italiana medici di medicina generale - personalmente non ho ricevuto richieste ma ora siamo pronti, venerdì abbiamo provato il sistema e funziona». Ne sono convinte anche le farmacie: «È stato necessario un allineamento tra noi e i medici - aggiunge Alfredo Procaccini, vicepresidente di Federfarma - ma le farmacie sono disponibili ad erogare il servizio, i ragazzi possono venire a fare i tamponi gratis». Con buona pace, però, di tutti quei genitori che finora hanno pagato il test. 

 

NEI CENTRI REGIONALI

Dalla Regione ribadiscono tuttavia un altro canale che al momento sembra sottoutilizzato e che invece è stato messo a disposizione di tutti gli studenti, da quelli iscritti alla materna fino ai licei. Ovvero quello dei drive-in dove, per cercare di rispondere alle procedure ministeriali in tempi rapidi, sono stati isolati degli slot dedicati esclusivamente agli studenti. Il meccanismo in questo caso è semplice: basta collegarsi al portale della Regione, inserire il nome della scuola e prenotare un tampone in uno dei drive-in allestiti dove gli esami saranno svolti gratuitamente. Secondo le stime dell’assessorato il 50% degli slot è mediamente libero. Soltanto ieri mattina, ad esempio, intorno alle 12.30 erano disponibili in tutto il Lazio 20 mila slot di prenotazione. 


Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Ottobre 2022, 18:35
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