Sono spuntati un po' ovunque. Sui marciapiedi, in mezzo alla strada, nei posti auto. Tavolini pronti all'occorrenza, pedane di legno, gazebi improvvisati: tutto pur di poter mangiare fuori. Perché se bar e ristoranti possono riaprire solo all'aperto, come prevede il nuovo decreto, tanti ristoratori a Roma si sono dovuti organizzare come potevano, convertendo parcheggi in dehor, posizionando sedie e ombrelloni dove prima si mettevano le auto. Con risultati, spesso, stravaganti. A Ponte Milvio, ad esempio, tempio della movida romanordista, tra sushi, piadinerie, osterie e bar di ogni tipo, i tavoli parcheggiati sulle strisce rubano posti auto già molto rari. Risultato? Traffico impazzito e macchine in tripla fila. E così in Prati dove vere e proprie isole mangerecce sono spuntate in mezzo alla strada.
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Tutto autorizzato, per carità. Del resto questo stabilisce il Governo nell'ottica di un rilancio economico delle attività di somministrazione in piena pandemia da Covid-19.
Le regole
La circolare esplicativa emanata dal Viminale infatti segnala che è consentito il servizio ai tavoli all’aperto solo «in presenza di strutture che consentano la consumazione all'aperto», tra cui sono previsti anche marciapiedi o parcheggi.
Ma la domanda è: invece di creare queste giungle di dehors piazzati ovunque, non era meglio permettere di riaprire anche ai ristoranti con spazi all'interno, magari con un distanziamento maggiore? Perché se ora possiamo berci uno spritz in santa pace (ed era ora) c'è il rischio che non riusciamo ad arrivare in tempo all'happy hour che poi c'è il coprifuoco e noi magari stiamo ancora cercando parcheggio.
veronica.cursi@ilmessaggero.it
Ultimo aggiornamento: Lunedì 10 Maggio 2021, 09:08
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