Centri di bellezza chiusi? Due vigilesse si fanno il manicure nel Comando con l'estetista abusiva

Centri di bellezza chiusi? Due vigilesse si fanno il manicure nel Comando con l'estetista abusiva

di Emilio Orlando
Multavano i romani che non rispettavano il lockdown ma nel frattempo si facevano fare la manicure da un’estetista “in nero” che le raggiungeva illegalmente in ufficio. Strano concetto della legalità quello in vigore al Pics, pronto intervento del centro storico con sede vicino l’ex Fiera di Roma, dove due vigilesse si facevano belle grazie all’estetista, che era addirittura la compagna di un altro vigile urbano. Le infrazioni non sono solo di carattere amministrativo (per non aver rispettato il Dpcpm del premier Conte, ma anche penale con reati che vanno dalla tentata epidemia colposa all’impiego di lavoro nero, dall’evasione fiscale all’omissione d’atti d’ufficio fino all’esercizio abusivo della professione. Gli illeciti sono avvenuti lo scorso 6 aprile negli uffici del Pics dove il vigile ha portato la compagna che – dietro pagamento della somma di 15 euro per ciascuna vigilessa, ha fatto manicure e smalto alle unghie.
La storia è stata scoperta grazie ad un’indagine interna, dopo che alcuni colleghi avevano segnalato la presenza dell’estetista abusiva in una stanza del comando. L’inchiesta, svolta nella massima riservatezza, ha portato alla luce le gravi responsabilità del pizzardone e delle sue colleghe. Gli atti dell’indagine sono stati trasmessi alla procura della repubblica di Roma, che indagherà formalmente i tre caschi bianchi e la fantomatica estetica. 
Chiusura a riccio da parte dei vertici della Polizia municipale, che non hanno voluto commentare la vicenda. D’intesa con il Campidoglio, presto arriveranno i provvedimenti disciplinari nei confronti dei tre furbetti, uno dei quali risulta essere già indagato per abuso d’ufficio e truffa in un procedimento penale del 2019 proprio con la stessa donna che ha fatto la manicure abusiva negli uffici della Municipale. 
Il sindacalista dell’ UGl Polizia Locale, Marco Milani, contattato da Leggo, dichiara: «Prendiamo le distanze e attendiamo la conferma di tutte le circostanze emerse, che sembrano ascrivibili alla responsabilità dei singoli. L’episodio però non deve gettare discredito sullo straordinario servizio che migliaia di lavoratrici e lavoratori della Polizia di Roma Capitale stanno svolgendo con abnegazione in questi difficili tempi di Covid-19». 
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Maggio 2020, 08:53
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