Vaiolo delle scimmie a Roma, allerta nei pronto soccorso: «Attenti agli sfoghi cutanei su viso e palmi delle mani»

Nuove indicazioni per i camici bianchi: la febbre alta e la cefalea i primi sintomi. Le bolle che si presentano sulla pelle ricordano quelle di varicella e morbillo

Vaiolo delle scimmie, allerta nei pronto soccorso: «Attenti agli sfoghi cutanei su viso e palmi delle mani»

di Flaminia Savelli

Con una nota l’Istituto Nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani, ieri ha allertato tutti gli ospedali della Capitale: «È stato identificato a Roma il primo caso italiano di vaiolo delle scimmie» si legge nel comunicato. Si tratta del virus Monkeypox che nelle scorse settimane era stato registrato già in Europa e negli Stati Uniti. Ora negli ospedali della Capitale l’attenzione è altissima e si preparano ad attivare nuovi protocolli. A partire dai medici dei pronto soccorso che hanno ricevuto le prime indicazioni. Perché l’obiettivo è individuare i casi sospetti dell’infezione e isolarli. Dunque una nuova procedura per i camici bianchi: «Febbre alta e cefalea sono alcuni dei sintomi dell’infezione del vaiolo così come il gonfiore dei linfonodi. Quindi per i medici di pronto soccorso, il primo campanello d’allarme sarà questo» spiega Giulio Maria Ricciuto, direttore di medicina d’emergenza della Asl Roma 3 e presidente Simeu (Società Italiana della medicina di emergenza-urgenza). Ancora: «Il personale di primo soccorso dovrà prestare la massima attenzione soprattutto agli sfoghi cutanei. In particolare sul viso, sui palmi delle mani e sotto le piante dei piedi - spiega il presidente Simeu - perché con il progredire della malattia, nei primi giorni c’è la comparsa di bolle in queste zone. E sono proprio le bolle che possono aiutare il medico a individuare e confermare, in tempi rapidi, l’infezione. Si tratta infatti di eruzioni cutanee molto specifiche che ricordano le bolle della varicella o del morbillo. A quel punto l’ordine è di procedere con esami specifici di laboratorio e in caso di conferma, il paziente andrà isolato». 

Il «monkeypox»

Tra le nuove direttive sanitarie sono stati suggeriti anche specifici questionari da rivolgere ai pazienti che arriveranno in ospedale con i sintomi sospetti. Massima attenzione perciò per l’anamnesi: «Per completezza di informazioni, in caso di sospetta infezione, i medici chiederanno ai pazienti di viaggi e spostamenti recenti perché sappiamo che in alcuni paesi europei si stanno registrando già diversi casi» precisa Ricciuto.

Dallo scorso 13 maggio sono infatti stati registrati casi in Gran Bretagna, Spagna, Portogallo e Stati Uniti dove le autorità sanitarie stanno procedendo con le indagini di tracciamento. Dunque con l’arrivo di un malato con sintomi, negli ospedali deve essere attivata la nuova procedura per identificare, e in caso confermare, la malattia. 

«Già dalla scorsa settimana tutte le strutture sanitarie sono state allertate della nuova infezione. La diagnosi è fondamentale - aggiunge Ricciuto - si tratta comunque di una malattia curabile». I medici e le strutture sanitarie si stanno comunque preparando a una nuova emergenza. Anche se le prossime settimane saranno determinanti per capire l’evolvere della situazione. «Non sarà una nuova pandemia, la trasmissione di questo virus non è come quella del Covid. Ma c’è da prestare attenzione perché sappiamo che si trasmette per via aerea e attraverso i liquidi biologici- sottolinea il direttore Riucciuto - inoltre la direttiva in questi casi è molto chiara: i malati di vaiolo devono essere isolati e assistiti con cure di supporto durante i periodi infettivi presunti e noti». Intanto l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha precisato che «la malattia spesso si esaurisce con sintomi che di solito si risolvono entro 14-21 giorni, non è molto contagiosa tra gli uomini e si trasmette attraverso l’esposizione alle goccioline esalate e dal contatto con lesioni cutanee infette o materiali contaminati». 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 20 Maggio 2022, 12:13
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