Vaccino, D'Amato: «Il Lazio così perde due mesi, fiale agli over 60 solo in estate»

Vaccino, D'Amato: «Il Lazio così perde due mesi, fiale agli over 60 solo in estate»

di Lorenzo De Cicco

«Contavamo di vaccinare tutti gli over 60, vale a dire 1,6 milioni di persone, entro giugno. Ma così finiremo ad agosto, due mesi dopo, con tutti i richiami». È preoccupato Alessio D'Amato, l'assessore alla Sanità del Lazio, l'uomo che declina la strategia anti-Covid nella giunta Zingaretti. «Stiamo costruendo una macchina da 20mila vaccini al giorno, poi però devi avere la benzina».

E oggi non c'è?

«Se mancano le dosi, no. Ci eravamo attrezzati per passare da 5mila a 10mila somministrazioni ogni 24 ore. Ma con i ritardi di Pfizer resteremo a 5-6mila. La metà».

I richiami possono slittare?

«Fino a 4 giorni non succede nulla. Poi, dopo 25-26 giorni dalla prima dose, si ridurrebbe l'efficacia del vaccino. E non possiamo pregiudicarla, per fortuna abbiamo accantonato il 30% delle scorte. La conseguenza dei ritardi di Pfizer quindi è soprattutto una: ci costringono a rallentare la campagna sugli ultra-ottantenni. E poi, a scalare, sugli over 60».

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È solo colpa dei problemi di produzione, come dice Pfizer?

«Non ci credo molto. Hanno tante richieste nel mondo... Il fatto che l'Italia in pochi giorni sia diventata il primo paese Ue per somministrazioni forse ha fatto rivedere loro i piani. Finché eravamo il fanalino di coda nessuno obiettava. Ci saranno verifiche. Ma il punto è che serve un balzo avanti, dobbiamo viaggiare 4 volte più veloci».

Dopo i sanitari toccava agli anziani. A che punto siamo?

«Per ora abbiamo iniettato la prima dose a 8mila over 80 su 470mila. Si tratta fino a oggi di anziani ricoverati o in riabilitazione, oppure nelle Rsa. Ora contiamo di coinvolgere i medici di base per tutti gli altri. Si passerà dal medico di famiglia per prenotare, oppure si potrà accedere a una piattaforma che sarà online dal 1° febbraio. Abbiamo anche chiesto alle Poste di integrare i nostri sistemi di prenotazione, vediamo.

Poi servono spazi, oltre agli ospedali, per le iniezioni».

Vaccini anche nei cinema o nelle palestre?

«Ci stiamo pensando. Avremo la potenzialità di fare 1 milione di vaccini al mese, ma ogni ritardo incide pesantemente sul calendario».

 

Ci sono alternative a Pfizer?

«Oggi no. Peraltro chi ha iniziato con un vaccino non può cambiare. Per i prossimi 14 giorni abbiamo le dosi,ma se questa situazione non si definisce subito, rischiamo di bloccare la campagna per gli over 80. Fisseremo le priorità: prima i più anziani o chi ha più patologie croniche. Ma, dicevo, serve un balzo: per l’immunità di gregge il Lazio deve arrivare a 4 milioni di vaccinati».

È lunga. Quando ci si arriverà, tenendo conto degli ultimi intoppi?

«Oggi c’è troppa incertezza.Ma possiamo ipotizzare di raggiungere l’obiettivo a ottobre».

La variante brasiliana, dopo quella inglese, vi preoccupa?

«Allo Spallanzani ci stanno lavorando, siamo difronte a una mutazione che porta a un aumento dei contagi».

La Campania pensa a una card per i vaccinati. Nel Lazio l’attestato si scaricherà online. Da quando?

«Da metà febbraio, si accederà con lo “Spid” sul nostro sito Lazio Salute. Se a livello governativo si arriverà a un “patentino” vero e proprio, noi siamo pronti. Oggi per certe rotte aeree vale la logica un biglietto-un tampone. Domani potrebbe funzionare con i vaccini».

Per andare al cinema o in palestra?

«Sicuramente è un tema, sarebbe un discrimine positivo. Oggi a scuola se non hai fatto il vaccino del morbillo non ti iscrivi. In piscina, se non hai la cuffia non entri. Potrebbe essere la stessa cosa, per proteggere la collettività e i settori economici in crisi, quando la campagna naturalmente avrà numeri rilevanti».

Oggi riaprono i licei. Un azzardo?

«Vedremo quali saranno gli effetti tra 14 giorni. Intanto stiamo per chiudere la gara per 600mila test salivari, li faremo soprattutto alle superiori».

Il Lazio ha appena virato in arancione. Per quanto ci rimarrà? Rischia la zona rossa?

«Se riusciamo a contenere la curva, tra 14 giorni potremmo venirne fuori. Non siamo vicini alla zona rossa, abbiamo un livello di incidenza del virus tre volte inferiore a Lombardia e Veneto. Ma serve comunque rigore». 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 18 Gennaio 2021, 11:23
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