Roma, treni pieni e lunghe code: odissea dal quadrante Est

Treni pieni e lunghe code: l'odissea dal quadrante Est

di ​Elena Ceravolo
Attendono come un miraggio la conclusione dei lavori di raddoppio della ferrovia che porterà la metro leggera e l'ampliamento della Tiburtina, di cui per ora subiscono solo i disagi dei cantieri lumaca. E intanto tutte le mattine si accalcano sui pochi treni delle ore punta o si mettono al volante lungo strade perennemente intasate. È l'esercito delle circa 40mila persone che, per studio e per lavoro, si muove verso Roma dal quadrante est della provincia: da Guidonia che da sola, estendendosi per più di 85 chilometri quadrati, usa come direttrici principali sia la Tiburtina che la Nomentana, ma anche da Tivoli e dalla Valle dell'Aniene a ridosso della A24.

Almeno 20mila dalla Città dell'Aria, altri circa 15mila da Tivoli, il resto dai comuni più piccoli. Di questi almeno 15mila usano i treni della Fl2, il 90% salgono nelle due stazioni a valle, Guidonia e Bagni di Tivoli. E sin dal 2016 hanno costituito un comitato con duemila iscritti. «Il disagio maggiore - spiega il portavoce, Emanuele Di Silvio - è il sovraffollamento nelle ore di punta, mattina presto e sera. Si viaggia spesso in piedi e stretti. Servono più corse visto che aggiungere carrozze è impossibile perché si andrebbe oltre banchina. La nostra proposta è di far fermare a Bagni e Guidonia anche i treni dell'Abruzzo che ora transitano. Promuoviamo un accordo tra le due regioni, magari condividendo le spese perché i viaggi diventino più umani in attesa della metro leggera con la nuova stazione di Collefiorito».

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LE ALTERNATIVE
Non va meglio in auto e in bus. «La situazione è veramente critica - conferma Letizia Morgia, del comitato Marcosimoneonline, il più attivo sul fronte - tra Tiburtina bloccata a causa dei lavori, strade sottodimensionate come la Palombarese e via di Marco Simone. E la metropolitana che non arriva al raccordo. Le corse Cotral sono insufficienti. La Tpl, poi, non collega bene i quartieri con le provinciali tra corse che saltano e altre arbitrariamente soppresse, come il caso della linea 1/b delle 14.10 per la quale abbiamo presentato una denuncia di interruzione di pubblico servizio, visto che i ragazzi non riescono più a tornare a casa». Stare al volante è una tortura: alle 8 tre chilometri di coda fissa in uscita sulla Palombarese per Roma, idem su Nomentana e Nomentana bis. Verso la Tiburtina si intasa la strettoia in uscita da via di Marco Simone, e poi ci può volere anche mezzora fare i 200 metri dalla rotatoria di Setteville alla consolare. «Spesso - aggiunge Morgia - capita anche che sulla A24 si paghi il casello di Settecamini per mettersi subito in coda sulla complanare. I ragazzi sono costretti a scegliere la scuola in funzione della raggiungibilità e non delle attitudini. Ma non ci arrendiamo».

E chi fa la Palombarese da Sant'Angelo a Roma punta il dito sul tratto dentro Santa Lucia di Fonte Nuova: «Bisognerebbe evitare i lavori stradali all'ora di punta che spesso bloccano i pendolari - dice Rino, 40 anni di pendolarismo col San Camillo senza avvisi preventivi». Intanto la Città Metropolitana concerta con i comuni il Piano urbano per la mobilità sostenibile. «Sul raddoppio della ferrovia fino a Guidonia spiega l'assessore Chiara Amati, che ha partecipato all'ultima riunione per conto della Città dell'Aria insieme alla consigliera Anna Checchi è emerso che i lavori si dovranno chiudere prima della Ryder Cup, quindi entro il 2022 la stazione di Collefiorito e un anno prima il parcheggio». Ma si è parlato anche di progetti più a lungo termine, come quello della ciclovia tra Ponte Mammolo e Villa Adriana passando per Guidonia: «Poco più di 23 chilometri interconnessi con le altre infrastrutture viarie». Significherebbe andare in bici o a piedi, e in sicurezza, fino alle stazioni.

 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Ottobre 2019, 10:09
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