Bar e ristoranti, no ai tavoli in più: sì del Comune, stop dei tecnici. Così i locali ora rischiano una multa

Bar e ristoranti, no ai tavoli in più: sì del Comune, stop dei tecnici. Così i locali ora rischiano una multa

di Lorenzo De Cicco


Nella Capitale della burocrazia impazzita e dei bizantinismi capita anche questo: la giunta comunale autorizza i tavolini sui parcheggi delle grandi strade, ma gli uffici si mettono di traverso. E così ai gestori di bar e ristoranti, già piegati da un anno di incassi magrissimi causa pandemia, tocca subire la condotta schizofrenica di un'amministrazione a due teste. La politica va in una direzione; la macchina dei travet tira dritto dalla parte opposta. Quello che l'esecutivo comunale approva, viene cassato dai tecnici. Una guerriglia di carte bollate che lascia spaesato chi sta provando a programmare la ripartenza, dopo i mesi duri delle restrizioni Covid, che ora finalmente si allentano: oggi il coprifuoco scivola alle 24.

PIOGGIA DI NO

Fatta la legge - anzi la delibera - per allargare gli spazi dei locali, trovato il cavillo, vero o presunto, per ricacciare i tavolini nei magazzini. Da Prati a San Giovanni, hanno preso a fioccare i pareri negativi del Dipartimento Mobilità di Roma Capitale. Obiettivo: sbullonare le pedane appena montate da baristi e ristoratori. «Riceviamo segnalazioni continue, soprattutto intorno al Vaticano e in Centro storico - racconta Claudio Pica, il presidente romano della Fiepet-Confesercenti - Come federazione consigliamo a tutti di ripresentare la domanda, a quel punto passano altri 60-90 giorni, in cui si può continuare a lavorare all'esterno sulle postazioni appena allestite. Lo sappiamo, non è bello, ma bisogna pur tirare avanti».

La ripresa come lotta di sopravvivenza. In generale, aggiunge Pica, «è assurdo ridurre le imprese a vittime di un cortocircuito illogico, con la giunta che approva provvedimenti e gli uffici che procedono come nulla fosse. La verità è che tutto questo distrugge le aziende». Servirebbe un coordinamento, che invece, a quanto pare, non c'è. «Se incontriamo l'assessore al Commercio un giorno - conclude Pica - e il giorno dopo l'assessore ai Trasporti, sembra che incontriamo due esponenti di giunte diverse».

Il primo, Andrea Coia, tutto pro-imprese, l'altro, Pietro Calabrese, inflessibile su certe prese di posizione, come il no all'apertura della Ztl per favorire le attività stremate dalla crisi.

Proprio Coia sembra consapevole del danno arrecato da certi uffici. «Purtroppo è vero, dal dipartimento Mobilità continuano ad arrivare resistenze e pareri negativi agli esercenti. Anche se la delibera che abbiamo approvato in giunta dice chiaramente che i locali possono allargarsi sugli stalli delle grandi strade», spiega. Dipenderebbe tutto dall'interpretazione del Codice della strada. «Gli uffici continuano a scrivere che sulle vie principali non si possono occupare i parcheggi, ma il Codice non fa distinzioni tra grande e piccola viabilità». Come se ne esce? Saranno puniti gli impiegati che remano contro? «Abbiamo chiesto alla direzione generale di capire se ci sono irregolarità nell'operato dei dipendenti». Si vedrà.

I VARCHI

Resta un'altra querelle. L'apertura della Ztl almeno per i saldi, che prenderanno il via il prossimo 3 luglio. La Confcommercio ha chiesto di disattivare i varchi, per favorire i negozi del cuore di Roma, già svuotato dallo smart working e dai turisti ridotti per il Covid. «Dopo i lockdown prolungati - dice il delegato della Confcommercio per il Centro, Fabrizio Russo - il tessuto economico del Centro è agonizzante e i saldi possono rappresentare un buon volano, ma la miope chiusura della Ztl rende questo quasi impossibile data la cronica insufficienza del trasporto pubblico». Sul punto l'assessore Coia apre: «È un'opzione che stiamo valutando». Ma di più non può dire: c'è sempre il collega Calabrese che potrebbe bloccare tutto.

 


Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Giugno 2021, 10:37
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