Pietralata sogna il rilancio con lo stadio della Roma. «Per noi è un'opportunità»

Viaggio nel quartiere scelto per lo stadio, l’entusiasmo di residenti e commercianti

Pietralata sogna il rilancio. «Per noi è un'opportunità»

di Giampiero Valenza

Tra i palazzi popolari di Pietralata si respira l'aria della festa. Il progetto della realizzazione dello stadio della Roma sa un po' di scossone, specie il giorno dopo la vittoria dei giallorossi sul Leicester per la Conference League. La struttura dovrebbe sorgere a sinistra della stazione della metro B Quintiliani, oggi uno spazio abbandonato e qui e lì riempito da qualche carrozziere. Al di là di una rete arrugginita c'è un capannone di un autodemolitore. Che il cuore di Pietralata sia romanista lo vedi anche da lì: un muro di mattoni, nascosto da qualche erbaccia, è colorato di giallo e rosso. Tutto attorno, però, il degrado.

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«È la buona occasione per una riqualificazione generale del territorio, ripulirlo e per rimettere a posto le strade», dice Adolfo, 74 anni, uno di quelli che ha vissuto per una vita con l'abbonamento allo stadio in tasca. Oggi compra e vende preziosi in via di Pietralata. Il suo entusiasmo è praticamente alle stelle. «Credo che questa sia la volta buona perché l'attuale presidente della Roma è una persona di poche parole ma molti fatti. Si vede che è uno che fa azioni concrete», dice mentre si legge il giornale e cerca di sognare lo stadio che sarà. «Quando sarà aperto non mi comprerò solo un abbonamento, ne prenderò tre. Voglio stare largo e guardarmi la partita con soddisfazione prosegue Nelle attuali curve dell'Olimpico una partita non la puoi vedere». Adolfo immagina il nome dello stadio. «Io lo dedicherei a Dino Viola o a Franco Sensi - sogna - Non avrà curve, ma uno dei quattro angoli però va sicuramente intitolato a Francesco Totti. Chi se ne frega se è ancora vivo. Lui se lo merita: è più romanista di me. Io non sarei rimasto alla Roma di fronte a una migliore offerta economica. Ha dimostrato una fortissima fede giallorossa». Enzo ha 43 anni. E appena gli chiedi se l'idea dello stadio della Roma sotto casa gli piace, si tira su la manica sinistra della felpa. Al braccio, le sue due più grandi passioni: la boxe e il calcio.

«Lo vedi?», dice mostrando con un sorriso enorme la scritta Spqr tatuata accanto al pallone. «Sarei entusiasta dello stadio. Sarebbe a poco più di un chilometro da casa mia spiega Oggi l'Olimpico non ha parcheggi, lo stadio è di difficile accesso.

In questo modo sarebbe vicino alle stazioni della metropolitana e del treno e davvero alla portata di tutti. Enzo, poco prima di indossare il casco e salire sul suo motorino, già sogna la futura intitolazione: «Lo dedicherei ad Agostino Di Bartolomei, ma per l'inaugurazione vorrei ci fossero in prima fila Totti e De Rossi», sottolinea. Il nuovo impianto una boccata d'ossigeno per il quartiere? Tra i commercianti c'è chi dice sì. All'angolo tra via dei Durantini e via Malladra c'è l'Ideal Bar, un caffè dove spesso si fermano i fedeli giallorossi. Al bancone lavora Berat, 30 anni. La famiglia è macedone, ma da quando è piccolo è nella Capitale. Oggi guai a chi gli tocca la Roma: è cresciuto a pane e Francesco Totti. «L'ho visto giocare e mi è piaciuto subito - dice - Lo stadio proprio qui? Sarei contentissimo, e credo possa portare movimento oltre che nuovi servizi sul territorio. Penso che per il commercio sia un'opportunità da non perdere, nell'ottica di un rilancio del quartiere».

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IL CUORE SPORTIVO
Lì dove cova il sogno dello stadio tutto giallorosso, tra i palazzi di Pietralata, da 15 anni opera l'associazione sportiva Liberi Nantes. Si prende cura del vecchio campo XXV Aprile di via Marica, dove un tempo giocava l'Albarossa, la formazione della sede storica del Partito comunista, fondata nel 1968. Hanno una squadra di calcio interamente formata da rifugiati e richiedenti asilo. Alberto Urbinati, presidente della società affiliata all'Uisp, l'Unione italiana sport per tutti, confessa la sua fede laziale e racconta quanto fatto nel corso di questi anni, diventando di fatto una delle anime del quartiere. «Il campetto era abbandonato e lo stiamo riportando a nuova vita - dice - Nel 2010 era poco più di un campo di patate. Oggi lo abbiamo ravvivato con le attività sociali, senza contare il doposcuola con il quale aiutiamo 80 bambini a studiare e a fare sport». «Tutto ciò che può contribuire ad aiutare il territorio è da valutare - commenta Urbinati commentando la notizia del nuovo impianto che dovrebbe sorgere a Pietralata - Lo stadio può diventare un'opportunità se fatto in ascolto con le realtà sociali».
 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Febbraio 2023, 01:59
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