Siccità nel Lazio, primi divieti ai Castelli romani: «Multe a chi spreca l'acqua». Proclamato lo stato di calamità naturale

I giochi d'acqua sono vietati ma anche l'innaffiamento del giardino di casa, l'irrigazione dell’orto o il riempimento della piscina

Siccità nel Lazio, maxi multe a chi spreca l'acqua

di Chiara Rai e Luigi Jovino

Inutile affrettarsi a consultare le varie previsioni meteo perché per i prossimi sette giorni non è prevista pioggia, a meno che i rovesci non si presentino all’improvviso. Il Lazio è ormai in emergenza siccità e sarà difficile uscirne. Tanto che il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha firmato il decreto crisi idrica che proclama «lo stato di calamità regionale», nonché la richiesta di riconoscimento dello «stato di emergenza» alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile. Tutti i Comuni intorno a Roma, intanto, specie quelli vicino ai laghi di Bracciano, Castel Gandolfo e Nemi corrono ai ripari e adempiono a quello che è l’invito del gestore idrico dell’ambito ottimale e dello stesso sindaco di Roma Roberto Gualtieri a «un uso responsabile dell’acqua» sebbene, almeno per il momento, lo stesso abbia garantito che Roma non è interessata da emergenze idriche perché gli investimenti messi in campo negli ultimi anni da Acea Ato 2 hanno garantito una riduzione di perdite sull’intera rete idrica. Per questo motivo in queste ore sono fioccate le ordinanze dei primi cittadini dell’hinterland capitolino che vietano nella maniera più assoluta gli usi impropri dell’acqua potabile per evitare che le persone rimangano senza la possibilità di bere e lavarsi.


IL DOCUMENTO


La violazione dei divieti è sottoposta a sanzioni amministrative pesantissime che vanno dai 25 fino a 500 euro. E se prima la polizia locale era impegnata a far rispettare le normative anticovid, adesso il nemico numero uno da reprimere è chi spreca l’acqua per giocare a gavettoni, innaffiare il giardino di casa, irrigare l’orto, riempire la piscina. Il sindaco di Trevignano Claudia Maciucchi conosce bene l’emergenza idrica del territorio e già nei primi giorni di maggio è corsa ai ripari con l’ordinanza di divieto di sprecare l’acqua. In queste ore anche il sindaco di Bracciano Marco Crocicchi è corso ai ripari: «Allo stato attuale –ha detto - non esiste un’ipotesi di razionamento dell’acqua. Il gestore della rete idrica sta lavorando da mesi nell’ottica di una gestione ottimizzata delle pressioni su tutto il territorio comunale, per garantire a tutti il livello minimo necessario di fornitura idrica, senza interruzioni. L’efficacia di questa strategia richiede da parte di tutti un uso responsabile della risorsa. Per questo motivo è stata pubblicata l’ordinanza che fino al 30 settembre vieta ogni utilizzo improprio dell’acqua potabile».


E mentre nelle case si è obbligati a risparmiare per sopravvivere e farsi bastare l’acqua che c’è, in agricoltura già si contano i danni futuri, stimati dal presidente Coldiretti Lazio David Granieri in 250 milioni di euro e un crollo del 30 per cento nella produzione ortofrutticola mentre a Frosinone e Latina, sono già iniziati i razionamenti di acqua nei terreni agricoli: «Siamo al 25 per cento dell’acqua caduta negli ultimi sedici anni – ha aggiunto - la situazione è disastrosa.

Oggi raccogliamo poco più del 10 per cento dell’acqua che cade, non sfruttiamo una risorsa fondamentale».

LE PRECIPITAZIONI


Stefano Tiozzo, presidente provinciale di Cia Roma (confederazione italiana agricoltori) ha detto che non basterà un acquazzone per risolvere il problema e soprattutto che il livello dei bacini è simile a quello che negli anni precedenti si presentava a fine estate, ma siamo soltanto alla fine di giugno e la stagione è appena iniziata. E mentre l’acqua del mare “minaccia” quella dolce mettendo a serio rischio le colture, gli ortaggi e l’intero ecosistema, gli esperti del settore rilanciano il grido di allarme al Governo per interventi strutturali che prevedano il risparmio idrico: «Il piano di bacini di accumulo o piano laghetti – dice Massimo Gargano, direttore di Anbi (associazione nazionale dei consorzi di bonifica ) – è la risposta in termini di infrastrutture e di capacità di risparmio di acqua quando è in eccesso per poi averla disponibile quando siamo in siccità». 


Intanto la produzione di grano è diminuita del 15 per cento, i foraggi si sono ridotti del 60 per cento, con punte fino al 70 per cento. A rischio anche vigne ed oliveti storici. Roberto Rotelli, presidente della Strada dei vini dei Castelli Romani è categorico: «La mancanza di precipitazioni potrebbe provocare un disastro». Si aspetta dunque col naso all’insù. 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Giugno 2022, 15:31
© RIPRODUZIONE RISERVATA