Scuola, altolà dei presidi nel Lazio: «Non si torni in presenza fino a dopo Pasqua»

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di Camilla Mozzetti

Scuole chiuse fino a dopo Pasqua, almeno per gli istituti superiori. È lo strappo dei presidi in vista di venerdì quando, sulla base dell’andamento epidemiologico, il governo deciderà se far tornare - o meno - il Lazio in zona arancione. I dati sui contagi, seppur in calo, non tendono a rasserenare dal momento che in sole 24 ore, da domenica a ieri, 95 persone sono state ricoverate e altre 20 sono finite in terapia intensiva. Fondamentale sarà capire l’andamento dell’indice Rt (per domani è atteso il dato definitivo) ma per i presidi le scuole andrebbero riaperte solo il 7 aprile, dopo le vacanze pasquali e anche in Regione c’è chi punta a proseguire con la Dad fino a questa data.

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«RISCHIO EVITABILE»
«Tornare in classe il 29 marzo per soli tre giorni prima del break di Pasqua - spiega il capo dell’AssoPresidi Mario Rusconi - sarebbe rischioso e comporterebbe inoltre un impegno anche economico per le scuole che dovranno così procedere con una doppia sanificazione dei plessi: prima del 29 e poi dopo il Lunedì Santo». A conti fatti la didattica in presenza tornerebbe solo per tre giorni prima dello stop per le vacanze che si dovranno comunque trascorrere in zona rossa giacché il governo ha deciso a scopo precauzionale di blindare la Pasqua per evitare un inasprimento dei contagi. «Dobbiamo stringere i denti ancora per qualche giorno - prosegue Rusconi - perché siamo tutti concordi nel ritenere infruttuosa la didattica a distanza ma l’istruzione ha anche bisogno di continuità sia per la presenza sia per le lezioni da remoto, non possiamo vivere come se fossimo sempre su un’altalena».

Per questo l’ipotesi che le scuole restino chiuse anche in zona arancione è molto concretas: se non ci fosse un provvedimento della Regione potrebbero essere gli stessi presidi, con motivazioni varie (le sanificazioni da fare, ad esempio), a decidere in tal senso non è da escludere dal momento.

Qualcuno ha già anticipato le vacanze pasquali al 29 marzo: «Si tratta di un istituto - spiega il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Rocco Pinneri - che in base all’autonomia ha deciso di aumentare di tre giorni le vacanze riservandosi poi di recuperarli nei prossimi mesi su altre ricorrenze o ponti al fine di non invalidare il calendario scolastico. È una decisione lecita e attuabile». 

LA MISURA
I presidi poi avanzano anche una richiesta: «Far fare ai ragazzi prima del ritorno in classe il tampone - conclude Rusconi - perché se è vero, come più di un virologo ha detto, che le scuole non sono trasmettitori di contagi si deve assicurare un pieno rientro in sicurezza». L’indicazione è stata trasmessa anche per le vie ufficiali alle scuole dallo stesso direttore dell’Ufficio scolastico regionale: «Non si può imporre l’obbligatorietà del tampone perché si tratta a tutti gli effetti di un atto sanitario - spiega Pinneri - ma nell’ultima circolare che ho inviato ai presidi ho caldeggiato l’invito a far fare i tamponi agli studenti dalle famiglie». E per colmare i deficit sull’istruzione che la didattica a distanza ha comportato la vicepresidente dell’AssoPresidi Cristina Costarelli, che pure spinge per proporre al governo l’obbligatorietà dei tamponi, apre al mondo dell’associazionismo e del volontariato per creare una «rete solidale attorno alla scuola in emergenza. Non solo coinvolgendo le diverse realtà istituzionali - spiega - ma con l’ausilio di esperti della formazione, dell’istruzione e della realtà educativa». 
 


Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Marzo 2021, 00:07
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