Roma, assalti agli autobus: nei capolinea a rischio arrivano i vigili urbani

Assalti agli autobus: nei capolinea a rischio arrivano i vigili urbani

di Fabio Rossi
Si parte la prossima settimana, con cinque capolinea considerati particolarmente a rischio: quattro già compresi nel piano di sicurezza del trasporto pubblico messo a punto da Campidoglio e polizia locale; il quinto - largo Cesare Reduzzi, a Corviale - aggiunto dalle forze dell'ordine dopo la sassaiola contro i bus seguita al tentato investimento di un pedone da parte di un autista della linea 786. Di fronte al grido d'allarme degli autisti, che hanno sempre più paura di lavorare sulla linee periferiche, l'Atac ha chiesto di accelerare il giro di vite sulla sicurezza alle fermate e a bordo dei mezzi del trasporto pubblico. Un progetto già in fase di studio dalla fine del 2018, ma che deve essere ancora messo a regime, con il coinvolgimento dei vigili urbani, che agiranno in collaborazione con gli ispettori dell'azienda di via Prenestina e, in caso di necessità, con polizia e carabinieri.

Si comincerà, come detto, dai cinque capolinea individuati come «prioritari», per il grande afflusso di persone e i rischi potenziali (e concreti) a cui sono esposti quotidianamente i dipendenti della municipalizzata e per i passeggeri. Se Corviale è stato aggiunto in extremis, a causa dell'emergenza manifestatasi negli ultimi giorni, altri tre punti strategici sono stati scelti tra gli hub del trasporto pubblico della Capitale: piazza dei Cinquecento (Termini), piazzale della Stazione Tiburtina e l'area dell'Anagnina, capolinea della linea A della metropolitana e tra i principali nodi di scambio della mobilità della Città eterna. Il quinto capolinea da presidiare immediatamente, largo Preneste, è stato individuato in un luogo già in passato teatro di aggressioni, non solo su tram e autobus. «La finalità è quella di garantire maggiore sicurezza nelle zone della città più critiche e di poter svolgere sui mezzi le attività di verifica dei titoli di viaggio», aveva spiegato Virginia Raggi quando si incominciò a parlare di questo piano, annunciando proprio «un servizio di presidio ai capolinea», da svolgere su più turni e adeguando la mappa dei controlli alle esigenze del momento, con il coordinamento del comandante generale della polizia locale, Antonio Di Maggio.

LA STRATEGIA
La vigilanza sarà duplice: vigili in divisa o in borghese terranno d'occhio le fermate di bus e tram e chi le frequenta, con veri e propri presidi fissi, mentre pattuglie composte da tre agenti della polizia locale, insieme ai verificatori dell'Atac, attenderanno l'arrivo dei mezzi al capolinea per poi salire sulle vetture e verificare che a bordo tutti fili liscio, dalla sicurezza di autisti e viaggiatori alla regolarità dei titoli di viaggio. Resta però di capire quanti caschi bianchi saranno definitivamente assegnati a questo servizio. Visto che, dopo la fase sperimentale, si prevede di estendere la vigilanza ad altri dieci punti caldi del trasporto pubblico. Nel programma sono stati individuati come capolinea da sorvegliare, nella seconda fase: Ponte Mammolo, piazzale del Verano, Grotte Celoni, piazza Antonio Mancini, Laurentina, piazzale Clodio, piazzale dell'Agricoltura, Cornelia, Monte Mario e Santa Maria della Pietà. Ai presidi fissi - anche se non potranno essere sempre attivi, per limiti di organico della polizia locale - se ne aggiungeranno altri mobili, soprattutto alle fermate delle linee periferiche del trasporto pubblico romano.
 
Ultimo aggiornamento: Domenica 2 Giugno 2019, 11:22
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