Rsa, visite solo dai vaccinati: riaprono i centri anziani

Rsa, visite solo dai vaccinati: riaprono i centri anziani

di Laura Bogliolo e Francesco Pacifico

Visite nelle Rsa solo se si è in possesso della certificazione verde Covid 19, accesso alle strutture programmato, ossia previa prenotazione, ingressi che comunque dovranno essere limitati e cadenzati nel tempo, garantendo orari di visita distribuiti lungo l'arco della giornata. Il quadro epidemiologico si è fortemente modificato, calano drasticamente i casi di contagio e la Regione rimodula le modalità di accesso e visita nelle Residenze Sanitarie Assistenziali. È quanto prevede il Piano territoriale regionale - Giugno 2021 approvato dalla Regione che favorisce gli accessi di familiari, parenti e visitatori e le uscite programmate degli ospiti. Si cambia, quindi, in vista del netto miglioramento della situazione sanitaria nella lotta al Covid, considerando tra l'altro che proprio ieri il Lazio ha raggiunto il traguardo di 4,5 milioni di vaccinazioni.

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LE REGOLE
Ma come si potrà far visita ai propri cari nelle Rsa? Si parte dalla presentazione del certificato verde Covid 19, si compila un questionario e potranno entrare nella struttura massimo due familiari o congiunti per ogni ospite. Nel piano viene specificato che la visita può durare dai 30 ai 60 minuti e tra un incontro e l'altro dovrà esserci un ricambio d'aria di almeno 15 minuti. E gli abbracci saranno possibili? «II contatto fisico - si legge nel documento - può essere preso in considerazione in particolari condizioni di esigenze relazionali-affettive e avvenire esclusivamente tra familiare-visitatore in possesso della certificazione verde Covid-19 e di ospite vaccinato o con infezione negli ultimi 6 mesi». Anche le uscite (sempre programmate) dell'ospite o i rientri in famiglia saranno possibili, ma anche secondo le indicazioni della Direzione sanitaria.
Sul fronte delle vaccinazioni, intanto, resta il nodo dei richiami eterologhi e due giorni fa l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato ha chiesto il parere del ministero. «C'è una quota di cittadini, ad oggi stimata intorno al 10%, nella fascia d'età 50/59 anni che rifiuta il mix eterologo» aveva detto. Si tratta cioè di una platea di circa 100mila utenti che lo rifiuta.

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Secondo l'assessore non serve l'obbligatorietà, ma è più utile la persuasione.

Ma il miglioramento del trend epidemiologico porta un'altra grande novità: dal primo luglio riaprono i 150 centri anziani pronti ad accogliere dopo 15 mesi i 65mila iscritti perché «nessuno si deve sentire solo» aveva detto l'assessora alla Persona Veronica Mammì. Ma quali sono le nuove regole? Addio ai balli di coppia, ad esempio, sì al gioco delle carte, ma gli sfidanti dovranno essere distanti un metro. E il gioco delle bocce? «Si potrà fare, ma gli oggetti dovranno essere sanificati» dice Umberto De Felice, storico coordinatore dei 16 centri del V Municipio e consigliere nazionale di Mondo Sociale. In realtà è proprio sui giochi che c'è stata qualche incertezza spazzata via dal piano regionale approvato in queste ore. «Secondo le linee guida della conferenza Stato-Regioni - aggiunge De Felice - si può giocare, mentre la direttiva del Dipartimento lo sconsiglia, andando contro quello che è stato deciso». Il Comune chiarisce che «è possibile giocare a bocce se si hanno le proprie, mentre è auspicabile evitare il gioco delle carte».

 

Chiarisce Emiliano Monteverde, assessore alle Politiche Sociali del Municipio Centro: «Quello che conta è la riapertura dei centri perché gli anziani hanno patito tantissimo la mancanza di luoghi di aggregazione per questo come ogni anno apriremo i punti blu e verde». Formalmente, quindi, dal primo luglio, gli anziani tornano nei centri. Ma nella realtà? Il lavoro da fare è tanto. «Si deve sfalciare l'erba, pensare alla manutenzione dopo che le strutture sono state chiuse per più di un anno» aggiunge De Felice. Nel I Municipio, intanto, una delibera di giunta ha già avviato i lavori necessari per le riaperture «ma circa la metà probabilmente deciderà di restare chiuso visto che ad agosto la città si svuota» aggiunge Monteverde. Pesantissimi i problemi nel III Municipio. «Non possiamo aprire a luglio - dice Claudio Zainetti, coordinatore delle 13 strutture del territorio - ci sono enormi problemi di manutenzione dopo la chiusura prolungata, non ce la facciamo, probabilmente saranno agibili solo i centri di San Giusto e Cinquina».
 


Ultimo aggiornamento: Domenica 19 Febbraio 2023, 17:02
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