Tari, il piano dei tagli ai negozi: 300 milioni in arrivo, 100 per il commercio

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di Francesco Pacifico
I soldi dal governo stanno per arrivare in Campidoglio: circa 300 milioni di euro. Anche se sono la metà di quanto chiesto all'esecutivo da Virginia Raggi. La quale lamenta - per l'emergenza Covid - minori incassi nelle casse del Comune per 700 milioni. Eppure il tesoretto che arriva da Palazzo Chigi - con i fondi erogati attraverso il decreto Rilancio - potrebbe aiutare la sindaca nel mantenere la sua promessa di cancellare altri tributi e altre, tariffe come già fatto con la Cosap, il balzello pagato da bar e ristoranti per l'occupazione di suolo pubblico per i loro tavolini e che comporterà per Palazzo Senatorio entrate minori di 90 milioni di euro per tutto il 2020. Ma adesso - anche se il progetto è a livello embrionale - l'obiettivo è quello di intervenire anche sulla Tari, partendo dal balzello pagato dalla imprese (negozi e artigiani), come promesso dalla prima cittadina alle categorie all'inizio della crisi.

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Dal Campidoglio spiegano che, il grosso dei 300 milioni, l'attuale giunta li vuole utilizzare soprattutto per garantire i servizi ai romani: welfare, raccolta dei rifiuti, controllo del territorio, offerta cultura, manutenzione di strade e scuole. Attività che costano e che saranno difficilmente finanziabili con il crollo delle entrate (multe e pedaggi per i parcheggi sulle strisce blu) senza un aiuto diretto dal governo. In quest'ottica Roma Capitale - più degli altri comuni all'interno dell'Anci - preme per ottenere da Palazzo Chigi di poter utilizzare le poste del suo bilancio accantonate per le spese straordinarie, per arginare gli effetti dell'evasione e per rispondere ai contenziosi. Parliamo di quasi 1,4 miliardi di euro su un consuntivo che ne vale circa 5 miliardi. Detto questo, e dopo aver cancellato la Cosap, il Comune sta studiando se ci sono gli spazi per tagliare anche altri tributi e altre tariffe. Su spinta delle associazioni di categoria, e come fatto intendere in una memoria approvata dalla giunta che segue una mozione della maggioranza in aula Giulio Cesare, si guarda soprattutto alla Tari, la tassa che finanzia il servizio di raccolta dei rifiuti. E che permette a Palazzo Senatorio di incamerare oltre 300 milioni all'anno, al netto dell'evasione.
L'obiettivo dei tecnici del Comune è - con l'aiuto dell'Anci - di cancellarla o di ridurla alle categorie più colpite dalla crisi sulle utenze non domestiche, come negozianti e artigiani che possano dimostrare di aver visto ridurre i loro introiti per la crisi. Ma prima di fare questo passaggio, bisogna capire se l'intervento può riguardare un singolo comparto e non tutta la collettività e si dovrà anche trovare un accordo con l'Arera, l'autorità competente, che definisce le aliquote a livello nazionale. Se dal governo arriverà poi il via libera a poter utilizzare anche le poste accantonate in bilancio, quest'operazione di riduzione potrebbe valere anche 100 milioni.
Nel tentativo di arginare la crisi innescata dall'epidemia di coronavirus, il governo ha stanziato attraverso il Decreto Rilancio 3 miliardi di euro ai Comuni per risarcirli delle minori entrate ottenute (tributi, tariffe, multe) e per garantire loro di poter finanziare i fabbisogni di spesa nelle funzioni fondamentali. Che non includono ambiti importanti come il turismo, la cultura, lo sviluppo economico e lo sport. Dei 3 miliardi la prima tranche, 900 milioni, è prevista a fine mese. E per quella data pioveranno sulla Capitale 65 milioni di euro. Il resto - 2.100.000.000 - arriverà dopo il 10 luglio. Per l'ultimo pezzo dello stanziamento non è stato ancora difatto delineato il modello di riparto. Ma il Campidoglio dovrebbe ottenere tra i 230 e i 250 milioni di euro. A questi soldi vanno aggiunti altri 1,2 miliardi che sempre il Decreto rilancio garantisce per il contributo agli affitti, per il trasporto pubblico locale, per il taglio della Tosap e della Cosap (il tributo sull'occupazione di spazio pubblico dei tavolini) della tassa di soggiorno e dell'Imu alberghiera, fino agli incentivi per i centri estivi e per la mobilità dolce con le biciclette elettriche. Su questo versante, Roma dovrebbe recuperare un altro centinaio di milioni. Pochi, se si pensa che soltanto per cancellare la Cosap, il Comune ha rinunciato a 90 milioni di incassi per il 2020.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Maggio 2020, 14:19
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