Roma, banchi in palestra e licenze lente: centomila alunni senza lo sport

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di Camilla Mozzetti
Bisogna affidarsi all’ottimismo per credere che, alla fine, non venga negato a migliaia di ragazzi il diritto di praticare uno sport nelle scuole di Roma durante le ore pomeridiane: pallavolo e ginnastica ritmica, tanto per citare le attività più frequenti. L’allarme lo lanciano le 300 associazioni sportive che da anni, partecipando ai bandi dei Municipi e ottenendo la concessione per l’uso delle palestre scolastiche, non hanno ancora ricevuto alcuna comunicazione formale dal Campidoglio e dalla Città metropolitana (per quanto concerne l’uso degli spazi negli istituti superiori) in merito alla ripresa delle attività che - in base ai contratti in essere - sarebbe dovuta avvenire il primo settembre.

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La pandemia del Covid-19, la seguente rimodulazione degli ambienti scolastici per garantire il distanziamento e la presenza degli alunni in classe che ha visto trasformare almeno il 10% delle palestre scolastiche in classi, le procedure di sicurezza da rispettare hanno di fatto bloccato un comparto che ogni anno permette a oltre 100 mila giovani di fare sport anche tre volte alla settimana a costi calmierati per le famiglie. A rimarcare una situazione di completo caos anche Renzo Musumeci Greco a capo della storica Accademia di scherma: «Noi, come altre migliaia di società sportive, utilizziamo le palestre scolastiche - spiega Musumeci Greco che ha anche scritto al presidente della Repubblica per sollevare il problema - ma a tutt’oggi non abbiamo certezza di poterle utilizzare dal primo settembre, causa distanziamento studenti per l’emergenza Covid-19». La sua accademia per andare incontro alle necessità di ragazzi e famiglie ha stretto un protocollo con l’Istituto comprensivo Visconti con spazi esigui, che permetterà a 500 studenti di fare lezioni di scherma gratuitamente negli spazi della sua accademia. 

LE REALTÀ
Ma in ballo ci sono almeno 300 associazioni sportive su cui pesa l’incertezza del domani. «Nel V Municipio - spiega Ivano Morelli a capo della “Roma-set volley” che ha la concessione per l’istituto Giorgi e Francesco d’Assisi - le polisportive nelle scuole permettono le lezioni a 5 mila ragazzi, ma non sappiamo ancora se e come potremo entrare nelle palestre, fermo restando che abbiamo una concessione in essere con il Comune e Città metropolitana». Che ovviamente viene pagata: 3 euro l’ora per gli spazi comunali e 9 euro l’ora per quelli negli istituti superiori. «Siamo appesi a un filo - conclude Morelli - perché il Municipio non risponde e i presidi delle scuole ci devono ancora far sapere se potremo o meno usare le palestre».

Solo la “Roma-set volley” segue annualmente 350 ragazzi mentre le famiglie per 3 lezioni settimanali di due ore spendono al mese 45 euro. «Diamo un servizio che è anche sociale ma ci viene privato». Stessa situazione anche negli altri Municipi: in III, ad esempio, la polisportiva Sempione - che da anni svolge lezioni di pallavolo nell’Istituto comprensivo di piazza Capri - sta aspettando la proroga della concessione che una recente delibera comunale ha disposto per rispondere così alla sospensione delle attività dei mesi scorsi a causa del lockdown. Infine i paradossi: «A Fiumicino il sindaco Esterino Montino ha vietato l’uso di tutte le palestre scolastiche» spiega la consigliera di Roma Capitale Svetlana Celli, «in XI Municipio - aggiunge Claudio Ortale rappresentante capitolino delle associazioni sportive municipali - hanno chiesto alle società gli arretrati per i mesi di stop quando i canoni vengono pagati in base alle ore svolte». 
 
Ultimo aggiornamento: Domenica 30 Agosto 2020, 12:44
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