Roma, tegola sulla riapertura delle scuole: un professore su dieci in quarantena

Tegola sulla didattica: un professore su dieci in quarantena

di Camilla Mozzetti

C'è un'incognita in più che grava sulla ripresa della scuola in presenza e che supera il problema dei trasporti, il caos sui doppi ingressi e pure la riorganizzazione degli spazi nelle aule. È l'incognita sulla presenza dei docenti. Perché se è vero che gli istituti superiori, così come le scuole elementari e medie, sono ormai chiusi da venti giorni la vita, i contatti, le frequentazioni - pur con tutti i limiti imposti dal governo a ridosso del Natale per cercare di frenare la curva dei contagi - sono proseguiti anche sotto le festività. Ed ecco che la Uil Scuola del Lazio lancia l'allarme: «Alla ripresa dell'anno in presenza, se dovesse esser confermata la data del sette gennaio, - spiega il segretario Regionale Saverio Pantuso - ci sarà almeno il 10% dei docenti che non varcherà l'ingresso degli istituti». Si tratta di professori costretti alle quarantene e agli isolamenti fiduciari perché in questi giorni sono entrati in contatto con positivi acclarati e dunque sono costretti a rimanere a casa. Ma c'è anche un altro gruppo considerevole di esonerabili e si tratta dei professori cosiddetti fragili perché affetti da patologie croniche che devono tenersi lontano dal rischio di contrarre il virus.

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I numeri

Senza contare poi i quasi certi permessi - a partire dalla 104 - che saranno richiesti da altri insegnanti per allungare la lontananza dalle classi.

In tutto il territorio del Lazio gli insegnanti di ruolo, dai conti fatti mesi fa dall'Ufficio scolastico regionale sono 92 mila e seguendo le stime della Uil è verosimile supporre che più di 9 mila docenti prolungheranno la lontananza dalle classi. Il che non vuol dire essere esonerati dal lavoro: tanto i docenti in quarantena quando i soggetti fragili dovranno riprendere a fare lezione ma dallo schermo di un pc e quindi da remoto se non potranno tornare in classe.

I nodi

Il problema sulla disponibilità dei docenti si protrae da settembre fino a che a ridosso delle vacanze natalizie è scattato anche una sorta di fuggi-fuggi con richieste di permessi arrivate a decine di presidi e presentate da professori che dovevano lasciare il Lazio per assistere genitori anziani o malati residenti in altre Regioni prima del blocco sugli spostamenti scattato il 21 dicembre o che avevano prenotato visite mediche specialistiche nei Comuni di origine lontano dalla Capitale. «Il rischio delle assenze dei docenti - commenta Mario Rusconi a capo dei presidi di Roma e del Lazio - è reale, noi confidiamo che sia le Asl sia i medici di famiglia siano molto rigorosi nel rilasciare le certificazioni accertando patologie o problemi vari onde evitare che poi ci siano davvero pochi insegnanti a scuola quando arriverà il momento di rientrare il classe». Si potrebbe confidare sulla disponibilità dei supplenti ma anche qui ci sono non pochi problemi venuti a galla nei mesi precedenti. Si tratta della refrattarietà dei docenti non di ruolo a assumere l'incarico per un breve periodo: oltre l'80% delle chiamate infatti è andata in bianco in passato proprio perché pochi erano i prof disposti a subentrare per pochi giorni al collega di ruolo assente.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Gennaio 2021, 08:46
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