C'è un'incognita in più che grava sulla ripresa della scuola in presenza e che supera il problema dei trasporti, il caos sui doppi ingressi e pure la riorganizzazione degli spazi nelle aule. È l'incognita sulla presenza dei docenti. Perché se è vero che gli istituti superiori, così come le scuole elementari e medie, sono ormai chiusi da venti giorni la vita, i contatti, le frequentazioni - pur con tutti i limiti imposti dal governo a ridosso del Natale per cercare di frenare la curva dei contagi - sono proseguiti anche sotto le festività. Ed ecco che la Uil Scuola del Lazio lancia l'allarme: «Alla ripresa dell'anno in presenza, se dovesse esser confermata la data del sette gennaio, - spiega il segretario Regionale Saverio Pantuso - ci sarà almeno il 10% dei docenti che non varcherà l'ingresso degli istituti». Si tratta di professori costretti alle quarantene e agli isolamenti fiduciari perché in questi giorni sono entrati in contatto con positivi acclarati e dunque sono costretti a rimanere a casa. Ma c'è anche un altro gruppo considerevole di esonerabili e si tratta dei professori cosiddetti fragili perché affetti da patologie croniche che devono tenersi lontano dal rischio di contrarre il virus.
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I numeri
Senza contare poi i quasi certi permessi - a partire dalla 104 - che saranno richiesti da altri insegnanti per allungare la lontananza dalle classi.
I nodi
Il problema sulla disponibilità dei docenti si protrae da settembre fino a che a ridosso delle vacanze natalizie è scattato anche una sorta di fuggi-fuggi con richieste di permessi arrivate a decine di presidi e presentate da professori che dovevano lasciare il Lazio per assistere genitori anziani o malati residenti in altre Regioni prima del blocco sugli spostamenti scattato il 21 dicembre o che avevano prenotato visite mediche specialistiche nei Comuni di origine lontano dalla Capitale. «Il rischio delle assenze dei docenti - commenta Mario Rusconi a capo dei presidi di Roma e del Lazio - è reale, noi confidiamo che sia le Asl sia i medici di famiglia siano molto rigorosi nel rilasciare le certificazioni accertando patologie o problemi vari onde evitare che poi ci siano davvero pochi insegnanti a scuola quando arriverà il momento di rientrare il classe». Si potrebbe confidare sulla disponibilità dei supplenti ma anche qui ci sono non pochi problemi venuti a galla nei mesi precedenti. Si tratta della refrattarietà dei docenti non di ruolo a assumere l'incarico per un breve periodo: oltre l'80% delle chiamate infatti è andata in bianco in passato proprio perché pochi erano i prof disposti a subentrare per pochi giorni al collega di ruolo assente.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Gennaio 2021, 08:46
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