Roma, l’investitrice di Angela Arseni: «Correvo per il coprifuoco, non sapevo di averla uccisa»

L’investitrice di Angela Arseni: «Correvo per il coprifuoco, non sapevo di averla uccisa»

di Karen Leonardi

«È vero, correvo per il coprifuoco, ma da quella maledetta sera non vivo più». Silvia Tarchini, 40 anni è l'investitrice che si è costituita dichiarandosi colpevole di avere ucciso martedì sera, mentre era alla guida della sua Duster Dacia, sulla via Appia, Angela Arseni, 46 anni, di Marino, mamma di un ragazzo di 25. Il destino delle due donne si è intrecciato in una manciata di minuti. La 46enne, una carriera cinematografica ben avviata, accetta di parlare nella sua abitazione anche senza aver consultato il suo avvocato, per raccontare il dramma che sta vivendo, schiacciata dalla paura del futuro dovrà rispondere di omicidio stradale e omissione di soccorso - e il senso di colpa devastante per quegli attimi fatali di distrazione. Nei suoi grandi occhi si legge la disperazione. Non si dà pace. Mentre parla il volto le si riga di lacrime.

Roma, mamma Angela investita e uccisa da un'auto pirata: si costituisce il conducente, è una donna di 40 anni

Roma, investita dall'auto pirata: mamma Angela muore a 46 anni


Cosa ricorda di quella sera?
«Come ho già detto alla polizia quando mi sono costituita (si è recata commissariato di piazza Vescovio giovedì pomeriggio, ndr), era buio e io a andavo un po' di corsa per rientrare a casa in orario, prima che scattasse il coprifuoco.

Ero quasi arrivata a destinazione, insomma mancava poco a casa mia da quel punto della strada».

Angela e il suo amico Flavio, rimasto ferito, sono stati falciati. Riesce a ricostruire quei terribili attimi?
«Ricordo con confusione quei momenti, rivedo ancora la scena di un gruppetto di persone, forse 3 o 4, ma io non pensavo proprio di averli travolti, non so cosa mi sia successo in quel momento maledetto, ma non dormo più e mi sento distrutta. Da cittadina onesta mi sono costituita e ho trovato in questo il conforto di mia madre».

Perché non si è fermata a prestare soccorso?
«Giuro che ero convinta di averli schivati e ho tirato dritto per questo motivo, dopo avere saputo quello che ho fatto e della morte della donna, credo di avere avuto un processo di rimozione e di negazione, altrimenti non mi spiego neanche io il perché di tutto questo, non mi ricordo neppure dell'impatto».

Dai giornali ha appreso della morte di Angela Arseni. Come è cambiata la sua vita sapendo che è stata lei a provocare la sua morte?
«Mi sento malissimo - i suoi occhi diventano lucidi, non trattiene più le lacrime e il suo viso sembra quasi di una ragazzina - vivo come in un film, si pensa sempre che le cose peggiori succedano agli altri, ma poi ti accorgi invece che sei proprio tu, che stai vivendo un incubo, una tragedia immane, con un dolore grande per i miei genitori e per la famiglia della vittima, sento che la mia vita è distrutta per sempre, la mia carriera, costruita con tanta fatica nel corso degli anni è ormai finita. Capisci che hai una vita e in un secondo ti crolla il mondo addosso».

Se potesse, Silvia, che in una foto compare con la telecamera in mano, riavvolgerebbe il nastro per tornare indietro alle 21.45 di quel tragico martedì, all'incrocio della via Appia con via della Repubblica .
 


Ultimo aggiornamento: Domenica 11 Aprile 2021, 11:30
© RIPRODUZIONE RISERVATA