Roma, buche, bus a fuoco e rifiuti: i mali che Grillo non vede

Roma, dalle buche ai bus a fuoco: i mali che Grillo non vede

di Lorenzo De Cicco
«A Roma se dice che: li cavalli se vedeno all'arivo!», avverte il sonetto pro-Raggi postato sul blog di Grillo, quasi a mettere le mani avanti. Ma ora che all'arrivo, appunto, mancano una manciata di curve - meno di un anno alla fine della consiliatura - tracciare un bilancio dell'avventura stellata in Campidoglio non è avventato, anzi, ma i risultati, numeri alla mano, sono molto diversi da quelli tratteggiati nel peana propagandistico-romanesco, tutto un fiorire di buche sparite, bus nuovi di zecca (addirittura con l'aria condizionata!), rifiuti che sì ci sono, ma è colpa dei romani che buttano i divani in strada notte tempo.

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TRASPORTI
Si può partire da una delle grandi piaghe della Città eterna, i trasporti pubblici sgangherati che perdono migliaia di corse ogni anno. «Nun ve basta che ve compra l'autobusse co l'aria fredda e calla», si legge nel sonetto sul blog del fondatore M5S. È vero Raggi, come capitato anche ai predecessori, ha ordinato nuovi bus, anche perché il rinnovo della flotta è uno dei pilastri del concordato fallimentare di Atac. Non tutte le commesse, in ogni caso, sono andate a buon fine, si pensi alla grottesca vicenda dei 70 bus israeliani, noleggiati dalla municipalizzata a Tel Aviv, che però non hanno mai raggiunto nemmeno un capolinea dell'Urbe, dato che la Motorizzazione civile, appena arrivati in Italia, li ha subito bloccati: troppo inquinanti. Nel frattempo, negli ultimi 4 anni sono andati a fuoco 110 bus, tra principi d'incendio e vere e proprie esplosioni, come quella in pieno centro storico, a via del Tritone. Senza contare che rispetto al 2016, anno di elezione di Raggi, bus e tram della città hanno perso quasi 3 milioni di chilometri, basta fare un raffronto con i dati del 2019 (sul 2020 pesa ovviamente l'effetto Covid).

RIFIUTI
Altro tarlo, la spazzatura, che in tante zone continua a tracimare dai bidoni stracolmi. Dice il sonetto: «C'era la monnezza, eravamo noi che la producevamo, e nun c'è gnente da fà, si potemo buttà per tera na cosa, noi ce la buttamo, si potemo mette un divano, verso e tre de notte, vicino ar cassonetto, noi ce lo mettemo». Insomma, sembra quasi dire: è colpa dei romani. Vero, ci sono incivili che abbandonano gli ingombranti in strada, ma gli affanni della raccolta dipendono da problemi strutturali, a partire dalla carenza di impianti. Dopo 3 anni e mezzo di veti M5S sull'ipotesi di una nuova discarica, l'ultimo capodanno ne è stata finalmente indicata una, su pressing della Regione, ma per realizzarla ci vuole tempo. Vero, due incendi hanno colpito gli unici impianti pubblici «Tmb» di Roma, ma la giunta grillina, in 4 anni, non ne ha mai realizzati altri dello stesso tipo o per trattare quantitativi simili di pattume. Nel frattempo c'è il flop della differenziata: Raggi, nel programma elettorale, prometteva di raggiungere il 70% entro il 2021. Invece addirittura nel 2018 la percentuale è calata, prima volta in 10 anni, mentre nel 2019 è aumentata di un misero 1,5%. E rimane quasi 25 punti sotto il 70%.

BUCHE
«Nun ve basta che ve rifà tutte e strade», si legge nel sonetto, anche se lo stesso autore poco prima scriveva, a mo' di giustificazione, che non bisogna lagnarsi troppo, «si nun s'è finito de rifà tutte le vie». Il M5S romano si vanta di avere riasfaltato «più di un milione di metri quadrati di strade». Gli ha risposto il Pd: «Sarebbero 100 km». Su 5.500 km che fanno capo all'amministrazione tra Campidoglio (800 km di grande viabilità) e i 15 municipi (4.700). Prendendo solo in considerazione le strade gestite direttamente dal Comune, sarebbe stata rifatta una strada su 8. Nel frattempo si moltiplicano le richieste di risarcimento danni alle Assicurazioni di Roma per gli incidenti, dal 2017 al 2018 sono addirittura raddoppiate. E la Procura ha aperto un'inchiesta sui fondi dirottati per la sicurezza stradale, soldi che sarebbero stati spesi per tutt'altro: facchini, stracci, bonus ai vigili.

AFFITTOPOLI
A sentire il sonetto, la sindaca avrebbe battagliato con «gli abusivi ne le case comunali». Qualcuno è stato sfrattato, ma in gran parte sono ancora lì, a prezzi di favore. La casa con vista su Fontana di Trevi? Nel 2015 era affittata a 207 euro al mese, ora a 286 euro, addirittura (ultimo rapporto 2020 del dipartimento Patrimonio). I rincari tanto promessi? Per ora solo gli adeguamenti Istat.

MARE LIBERO
«Nun ve sta bene che ve regala er mare libero», si legge ancora sul blog di Grillo. In realtà il famoso lungomuro di Ostia che impedisce l'accesso al bagnasciuga è ancora lì, mentre sono stati buttati giù alcuni chioschi abusivi, dopo che il prefetto li aveva già tolti ai gestori.

LEGALITÀ
«Combatte a mafia romana e famijie Casamonica». A Raggi va riconosciuto l'abbattimento delle villette Casamonica al Quadraro e lo sfratto di alcuni Spada dalle case popolari di Ostia. A un altro Spada pregiudicato invece il Comune aveva addirittura concesso la sanatoria, poi revocata quando la notizia è divenuta pubblica.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 13 Luglio 2020, 11:30
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