Rogo al Tmb di Rocca Cencia «Serve il presidio dell'Esercito»

Rogo al Tmb di Rocca Cencia «Serve il presidio dell'Esercito»

di Laura Bogliolo
«Così finiamo nel letame...». Roberto Romanella, presidente del Municipio VI Le Torri, non ama nascondere la verità. E ieri, mentre vedeva ardere quasi 500 tonnellate di rifiuti nel Tmb di Rocca Cencia, a Roma Est, era avvilito, scoraggiato e arrabbiato. La situazione ora è cosi critica che Massimo Bagatti, amministratore di Ama, ha ricordato: «La sindaca Raggi aveva chiesto di far presidiare gli impianti dall'Esercito e forse aveva ragione».
Romanella ha dimostrato di non amare filtri posticci sulla realtà neanche il 15 gennaio, durante la seduta straordinaria dei minisindaci in Campidoglio: aveva battuto i pugni sul tavolo attaccando la devastante raccolta di rifiuti nel suo territorio. «Dopo il rogo del Tmb Salario, ora anche questo: sarà emergenza, senza pensare alle festività pasquali...» diceva ieri sera. Anche il suo assessore all'Ambiente, Katia Ziantoni, aveva chiesto al prefetto e al ministero dell'Interno l'intervento dell'Esercito.

I RISCHI
Roma, dopotutto, non è mai tornata a regime dopo l'incendio che ha distrutto a dicembre l'impianto di via Salaria. Ieri l'ennesimo rogo ha colpito al cuore un sistema che fa fatica a passare dalla fase d'emergenza a quella dell'ordinaria amministrazione. Semmai, di ordinario, c'è la pioggia di esposti, denunce e richieste di risarcimento della Tari che continua a cadere sulle teste di Ama e Campidoglio. Dal ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale di Roma presentato lo scorso anno dal comitato di quartiere di Settebagni, alla class action organizzata a Roma Nord attraverso la distribuzione di moduli nei negozi di mezza città partita da Monte Mario e arrivata fino all'Eur, fino ai banchetti per accogliere adesioni avvistati al Portuense e organizzati dagli Amici del quartiere Piana del Sole-Valle Galeria. Le proteste continuano, ma anche il fumo ieri faceva fatica a diradarsi sopra il cielo di Rocca Cencia.

Romanella, di professione vigile del fuoco, ha spiegato: «Ci vuole tempo per spegnerlo, dopotutto la massa di rifiuti coinvolta nell'incendio è enorme, ci sono oltre 500 tonnellate e ci vorrà tantissimo prima di spegnere definitivamente il rogo, si dovrà passare alle fasi di smassamento e raffreddamento». E ha parlato chiaramente di «sgambetto», di incendio doloso insomma. Dopo ore l'emergenza incendio non era cessata. Si dovrà valutare se due macchinari fondamentali (i cosiddetti «ragni») siano stati danneggiati. Infine, c'è da ricordare l'immondizia, dopo aver preso fuoco, diventa rifiuto speciale, e i tempi di rimozione (ma soprattutto i costi) lievitano.
DANNI E TEMPI
L'impianto ora dovrà necessariamente subire qualche giorno di stop: ieri sera a Rocca Cencia sono arrivati la sindaca Virginia Raggi che è stata contestata e l'assessore ai Rifiuti della Regione Massimiliano Valeriani. Ma oggi sarà la giornata del sopralluogo dei tecnici per verificare i danni subiti dopo il rogo scoppiato nella vasca di ricezione dei rifiuti, uno snodo fondamentale nella catena di montaggio dell'impianto di trattamento meccanico biologico. A pesare sul futuro già incerto della raccolta dei rifiuti ci sono anche i 600 cassonetti dati alle fiamme negli ultimi tre anni (con un record a Cinecittà), le centinaia di discariche abusive seminate per tutta Roma, in particolare proprio nella zona Est della città. Secondo l'associazione Gre Lazio in soli 5 Municipi (dal terzo al settimo) ci sono 125 discariche a cielo aperto, «vere bombe ambientali». Intanto, alla lunga lista di comitati di quartiere pronti a rivolgersi agli avvocati per chiedere il risarcimento della Tari, da qualche giorno si è aggiunto quello di Torpignattara che ha fatto su Facebook una chiamata alle armi ai cittadini stanchi di vivere tra rifiuti e topi.
 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Marzo 2019, 09:03
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