Le stime forse erano un po' troppo generose: circa due milioni di turisti a luglio, solo negli hotel, non lontani dai picchi registrati nel 2019 prima del Covid. Invece - tra strade stracolme di rifiuti, gli scioperi selvaggi dei taxi, la metro chiusa di notte e i roghi che si susseguono in tutta la città - alla fine del mese, le cose potrebbero andare diversamente: guardando alle prenotazioni, e alle prime disdette, mancano all'appello già mezzo milione di visitatori. A lanciare l'allarme è Roberto Necci, vicepresidente di Federalberghi: «Rispetto alle previsioni, ci ritroviamo con una riduzione tra il 20 e il 30 per cento delle camere che pensavamo di occupare». E la causa non è difficile da cercare: «È il degrado di Roma, che viene rilanciato dai social e dalla stampa internazionale. Le nostre istituzioni non si rendono conto di quanto ci fa male in termini di reputazione una foto postata sui social con le strade di Roma con i cassonetti abbandonati o i cinghiali che circolano liberi. Non solo molti stanno cancellando le camere già riservate ma rallenta ogni giorno che passa il flusso delle nuove prenotazioni».
SUL WEB
È un problema di reputazione e non a caso Necci sottolinea il peso dei social, con le recensioni sui siti specializzati e i post su Facebook o Instagram non certo benevoli lasciati dai turisti stranieri appena tornati da Roma.
Basta girare in rete per accorgersi di quanto la cronaca delle ultime settimane sia diventata un boomerang sul fronte turistico. Su Twitter persino account russi - di turisti che per le restrizioni della guerra non possono venire nella Capitale - rilanciano la giungla legata alle proteste dei tassisti a via del Corso.
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In mezzo foto di tappetti di bottiglie in strada, di cinghiali fino al Colosseo che fa da sfondo alla nera colonna di fumo dell'incendio del Parco di Centocelle. «Se le cose non cambiano - aggiunge Necci - credo che buona parte degli alberghi ad agosto resterà chiuso. Ma poi è difficile dar torto ai turisti: quando provi a spiegare che sono problemi di tutte le grandi città, ti fanno vedere i video di vip e attori che denunciano il degrado». Le maggiori lamentele nei giorni dello sciopero dei taxi. «Abbiamo mandato nostre auto a prendere i clienti a Termini, all'aeroporto, davanti ai principali monumenti. Quando mi hanno chiesto un'alternativa ai taxi, mi sono quasi vergognato a dire loro che la metro A nei giorni feriali è aperta fino alle 21».
Ultimo aggiornamento: Domenica 17 Luglio 2022, 10:59
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