Rifiuti a Roma, Zaghis di Ama: «Senza discarica aumenta la Tari»

Rifiuti, Zaghis di Ama: «Senza discarica aumenta la Tari»

di Mauro Evangelisti
«Il termovalorizzatore serve, nel piano industriale di Ama uno scenario lo prevede. Se mi dicono di non farlo, basta avere chiaro che senza impianti la Tari aumenta. Io guardo anche al contingente e dico Houston, dal 16 gennaio abbiamo un grande problema perché chiude la discarica di Colleferro. Ama è in grado di realizzarne una anche in tre mesi. È necessaria. Se mi dicono di non farla, ho pronto un piano di emergenza, un'intesa con Hera, la multi-utility dell'Emilia-Romagna, che accoglierà un quantitativo aggiuntivo di rifiuti per 18 milioni di euro. Ma lo ripeto: inviare rifiuti fuori costa sempre di più, di questo passo sarà inevitabile intervenire sulla Tari». Stefano Zaghis, amministratore unico di Ama scelto da Virginia Raggi e dal Movimento 5 Stelle, ha un merito: semina pochi slogan flower power, alimenta la cruda verità. Ma non basta per liberare le strade dei rifiuti.

Chi glielo ha fatto fare?
«Quando ti chiama il sindaco di Roma hai un obbligo morale e un dovere civico. Anche perché Virginia Raggi è una persona che ha dimostrato di avere un coraggio enorme».

Nel piano industriale lei parla di termovalorizzatori. Il Movimento 5 Stelle è nato facendo la guerra ai termovalorizzatori.
«Noi consegniamo all'azionista, Roma Capitale, un piano con vari scenari: se vuole che Ama gestisca direttamente il 25, il 50, il 75 per cento dei rifiuti. Se non fai nulla, devi acquistare il servizio da qualcun altro e la Tari aumenta. Serve una operazione di verità. Noi applichiamo la Direttiva 851 del 2018 dell'Unione Europea, che parla di riciclo non di differenziata. In Italia la differenziata è al 58 per cento, ma non tutto va al riciclo, il 13 per cento è scarto che finisce in discarica. La Cina ha chiuso le frontiere e non accetta più plastica e carta, di tutto questo dobbiamo tenere conto. A Roma la differenziata può arrivare al 55 per cento nel 2025, dobbiamo pensare al restante 45».

La sindaca nel 2017 approvò un piano in cui parlava di differenziata al 65 per cento già quest'anno. Tutto dimenticato. Ora cosa farete?
«A Roma da sette anni non si fa pianificazione. Nel 2013 è stato sbagliato chiudere la discarica di Malagrotta senza prima concordare con la Regione un serio piano di impianti alternativi. Secondo me è stato anche un errore chiudere il tmb di via Salaria, senza averne pronto un altro. Per scrivere il piano industriale abbiamo preso come esempio la Regione che anche dall'Unione europea porta ad esempio, l'Emilia-Romagna. Lì c'è un termovalorizzatore per provincia. Hanno chiuso il ciclo dei rifiuti. Noi puntiamo a ridurre la produzione di Co2. Avere impianti significa anche evitare i viaggi dei camion che producono inquinamento».

Quale termovalorizzatore vedete come esempio migliore?
«Brescia. Dobbiamo affidarci alle tecnologie più moderne. Ma il piano dei rifiuti della Regione non prende atto della necessità di chiudere il ciclo e non prevede nuovi impianti di questo tipo. Si sta utilizzando San Vittore al cento per cento e una parte del materiale finisce in altre regioni. Perché non chiudere il ciclo dei rifiuti anche nel Lazio? Il piano del 2012 prevedeva altri tre termovalorizzatori, non sono mai stati realizzati. Ama può realizzarne uno in quattro anni».

Roma, emergenza rifiuti, la resa della sindaca: discarica in città Mappa

Rifiuti, “guerra dei sacchetti” tra ragazzi: al Tuscolano dilaga l'ultima follia

Cos'altro dice il vostro piano industriale?
«Ci sono alcune azioni immediate, tra il 2020 e il 2021: che il 15 gennaio chiuderà la discarica più grande del Lazio, ci dicano se possiamo realizzare la discarica: possiamo farla in tre mesi o in dodici, a seconda dell'area. La scelta della location non dipende da me. Vogliamo attivare quattro tritovagliatori mobili. Acquisteremo 35 mila cassonetti intelligenti. Mettiamo mano a un grave problema: la carenza e l'anzianità dei mezzi. Abbiamo un parco di mezzi pesanti di 285 unità, di cui 227 sono hanno oltre 10 anni. Ho sbloccato una gara per 102 nuovi camion, la prossima sarà per altri 150. Nel biennio successivo realizzeremo due impianti di trattamento, per chiudere Rocca Cencia nel 2023. Per quell'anno vogliamo completare i due impianti di compostaggio di Casale Selce e Cesano».

I 5 Stelle romani si oppongono a impianti di compostaggio che producano biogas.
«Io propongo anche quell'opzione, sarà l'azionista a dirmi cosa vuole. Ma è la soluzione migliore economicamente e consentirebbe di alimentare a biogas anche parte della nostra flotta».

Lei dice: io sono come il pilota di un aereo, mi devono dire dove posso atterrare. Ma le altre multiutility, come Hera visto che lei guarda all'Emilia-Romagna, ha anche aeroporti e hangar, vale a dire gli impianti.
«Anche noi siamo pronti a farli, ma ce lo devono dire Regione e azionista, Roma Capitale. Nel piano traccio vari scenari proprio per questo. E se la discarica non si può fare, ho pronto l'accordo con Hera, non posso lasciare i rifiuti per strada».

È preoccupato per Natale? Roma è già molto sporca.
«Sono preoccupato perché devo chiedere ai lavoratori di fare uno sforzo straordinario. Ma la città sarà pulita. Voi avete parlato delle problematiche del personale. Ama ha dipendenti con una età media di 50 anni. 690 persone sono uscite dal 2015 e non sono state sostituite. La flotta non è stata rinnovata, stiamo spingendo sulla manutenzione. E faremo partire un piano per l'assunzione di 350 persone. Anche per coprire le carenze dei posti di autista, di cui il Messaggero ha parlato».

Quando sarà approvato il bilancio di Ama del 2017? Si chiuderà in rosso? Come sarà risolto il contenzioso sui 18 milioni di crediti cimiteriali?
«Entro il 31 dicembre sarà mandato a Roma Capitale, si è già parlato di un rosso attorno ai 50 milioni di euro. Sui crediti cimiteriali mi consenta di non rovinare la sorpresa».
Ultimo aggiornamento: Sabato 14 Dicembre 2019, 10:39
© RIPRODUZIONE RISERVATA