Roma, l'estate dei miasmi e e dei rifiuti. I cittadini: «Denunciamo l'Ama»

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di Mauro Evangelisti
L'estate dei miasmi. Temperatura sopra i 30 gradi, sole implacabile e Roma sotto la cappa del cattivo odore causato da montagne di rifiuti lasciati a putrefare sui marciapiedi anche per una settimana. Secondo una stima molto prudenziale ci sono almeno 1.000 tonnellate di spazzatura abbandonata sulla strada. Codacons (comitato difesa consumatori) presenterà un esposto alla procura ipotizzando rischi per la salute: il suo portavoce, Stefano Zerbi, spiega che nelle ultime settimane ha ricevuto un centinaio di segnalazioni dei cittadini romani, «ci parlando di cassonetti stracolmi, differenziata che non funziona». La puzza è insopportabile in molte zone. Non è un'esagerazione, è la vita quotidiana di Roma alla vigilia dell'inizio ufficiale della stagione estiva.

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Prima scena, Tor Bella Monaca, VI Municipio, una signora esce dal supermercato del centro commerciale Le Torri dove ha fatto la spesa e viene investita dalla puzza. Attorno ai cassonetti dall'altra parte della strada c'è una sorta di discarica. «Ed è così da molti giorni, con il caldo sta diventando un incubo», spiega. Seconda scena, sulla Cassia oltre il raccordo. Una coppia di mezza età sta passeggiando, poco prima di una scuola, e si trova di fronte a un muro di sacchetti di spazzatura non raccolta. Marito e moglie devono scegliere: saltellare tra l'immondizia sul marciapiede o rischiare di finire sotto l'autobus passando dalla strada, dove comunque parte della carreggiata è occupata da alcuni sacchetti che hanno tracimato. «Ma come si fa a convivere con questa puzza?», si domandano.

CENTRO
Terza scena, in pieno centro, in via Flavia, proprio vicino a Ministeri e a 100 metri dalla Banca d'Italia: l'immagine è di qualche giorno fa, ci sono sacchetti per terra e perfino una vasca da bagno abbandonata. I turisti passano, guardano e non comprendono. Sintesi: le discariche cresciute vicino ai cassonetti - dall'Aurelia alla Cassia - con il cattivo odore che assedia chi abita nei piani più bassi, i negozi e chi passeggia, stanno accompagnando Roma verso l'estate dei miasmi. Le ragioni contingenti sono la manutenzione in corso nei due impianti di trattamento di Malagrotta, le difficoltà che ci sono state nel trovare spazi nell'inceneritore, i problemi operativi con il centro di smistamento di Saxa Rubra che non è partito. Più nel concreto: questa è l'agonia di un sistema fragile, che nelle prossime ore rischia di peggiorare visto che, hanno segnalato ieri dalla Cgil Funzione pubblica, l'impianto di trattamento di Rocca Cencia è al limite, pieno come un uovo. Ieri pomeriggio in Campidoglio si è svolto un vertice con i tre rappresentanti del nuovo Cda di Ama che hanno finalmente accettato la nomina (presidente Luisa Melara, ad Paolo Longoni, consigliere Massimo Ranieri).
 
 


CDA
Oggi la prima riunione del consiglio di amministrazione, ma i rifiuti restano sui marciapiedi. Nei giorni scorsi due esponenti del Pd hanno presentato un esposto alla Asl per i rifiuti all'Esquilino. In campo, come detto, anche Codacons che si è rivolto alla Procura ipotizzando rischi per la salute. Carlo Rienzi: «La presenza di rifiuti organici, unitamente alle temperature elevate rappresentano un mix pericolosissimo, perché il caldo accelera i processi di putrefazione attirando insetti, ratti, gabbiani e altri volatili, con conseguenti rischi igienico-sanitari per la popolazione». Massimo Bagatti, direttore esecutivo di Ama, ha assicurato: entro la fine della settimana Roma tornerà alla normalità, stiamo recuperando.
 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Giugno 2019, 09:10
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