Ama, nuovo caos raccolta a Roma: 10 giorni per ritirare un frigo

Ama, nuovo caos raccolta a Roma: 10 giorni per ritirare un frigo

di Francesco Pacifico

Dieci giorni - quando va bene - di attesa prima che gli addetti dell’Ama vengano a ritirare sotto casa lavatrici, armadi, televisori o pallet. Non meno problemi quando si prova a portare gli stessi oggetti ai centri di raccolta, che non sempre hanno lo spazio sufficiente per accettare i materiali. È sempre più nel caos la raccolta degli ingombranti a Roma. Lo sa bene chi chiama al numero verde 060606 e, quando trova un addetto all’altro filo del telefono, si sente rispondere che dovrà attendere oltre una settimana per buttare vecchi mobili o elettrodomestici. Per non parlare di chi, invece, attiva il servizio in via telematica e aspetta giorni prima che un addetto lo richiami soltanto per concordare il ritiro.

Roma, abbandonava rifiiuti speciali in varie zone della città: denunciato 50enne

Rifiuti a Roma, pulizia e raccolta. L’Ama ammette il flop: obiettivi non raggiunti


Girando sui social se ne leggono di tutti colori. C’è chi come Marco denuncia di «aspettare un ritiro di ingombrante dal 2018. Non ho mai gettato nulla in strada, ma rosico». Oppure Sara che racconta che dall’azienda le hanno detto che «potevano ritirare solo due delle tre cose che dovevo buttare. E ho aspetto giorni per avere un appuntamento». Mentre Giovanni, sconsolato, ricorda che, «non avendo alternative», si è «tenuto in casa il vecchio televisore per due anni».
Spiega Flavio Vocaturo, dipendente Ama ma alla guida della sezione Pd nella municipalizzata: «Quando va bene, bisogna attendere almeno una settimana. Il problema è che il servizio che raccoglie le segnalazioni non è più gestito direttamente da Ama. La ditta privata che ha vinto l’appalto se ne perde troppe tante telefonate e non le gira all’azienda. Perché? A essere buoni diciamo che, forse hanno troppo lavoro e scontano la mancanza di personale.

Perché altrimenti devo pensare che non rispondono proprio al telefono».


GLI “ZOZZONI”
Non passa settimana che Virginia Raggi denunci sui social «gli zozzoni» che lasciano in giro mobili ed elettrodomestici. A inizio mandato la sindaca aveva definito «strani», quasi adombrando un complotto, i troppi frigoriferi lasciati in strada. La stessa Ama annuncia senza sosta la raccolta straordinaria di tonnellate di ingombranti, ha lanciato una campagna con il Tgr Rai o stretto accordi con associazioni civiche storiche come Retake, che ieri e oggi è scesa in campo nel territorio del VI e del XV Municipio, creando appositi centri di raccolta in queste aree dove mancano questo tipo di impianti. Ma i risultati non cambiano. «E pur non giustificando chi lo fa - aggiunge Vocaturo - questa situazione finisce soltanto per contribuire il numero di persone che lasciano in strada gli ingombranti».
Quella che è debole, è proprio la filiera della raccolta su questo fronte. Perché se fa fatica a gestire le chiamate la ditta esterna chiamata per il call center, gli addetti al ritiro spesso sono dipendenti che sono impegnati anche nella raccolta ai cassonetti o alla spazzatura. Poi c’è da affrontare il caos delle isole ecologiche, ai quali possono accedere soltanto gli utenti privati e che durante il periodo del Covid hanno lavorato a singhiozzo. «Ci sono Municipi come il VI e il V che non hanno centri di raccolta. Mentre in altri sono pochissimi: al X ci sono due siti a Ostia e ad Acilia, ma mancano a Ostia ponente e all’Infernetto».
Nel nuovo piano industriale che Ama ha concordato con il Comune si parla di un investimento da 30 milioni per aprire 23 centri di raccolta nei prossimi anni. «Intanto, quando si va all’isola ecologica - conclude Vocaturo - spesso gli addetti rifiutano ai cittadini di lasciare gli ingombranti perché i bilici che contengono i materiali sono pieni e non vengono scaricati. Magari si fa anche la fila per entrare, però - siccome non c’è spazio - si viene rimandati a casa con la lavatrice o la vecchia cassettiera che resta nel cofano».


Ultimo aggiornamento: Domenica 11 Ottobre 2020, 00:00
© RIPRODUZIONE RISERVATA