Reddito di cittadinanza, boom a Roma. Crollo del Pil: «Ora la ripresa»

Reddito di cittadinanza, boom a Roma. Crollo del Pil: «Ora la ripresa»

di Francesco Pacifico

Il futuro dell’economia del Lazio fa ben sperare, è facile scommettere su un rimbalzo: nel primo trimestre del 2021, per esempio, le esportazioni sono cresciute del 12,4 per cento, il triplo rispetto al resto d’Italia. Ma il peso del passato è pesante e lascerà strascichi soprattutto sul versante sociale. Ecco 40mila famiglie in più che hanno chiesto e ottenuto il reddito o la pensione di cittadinanza (sono in totale 123mila alle quali se ne aggiungono altre 43 mila con il reddito di emergenza). La disoccupazione - frenata dal blocco dei licenziamenti - ha lasciato a casa soprattutto under34 (perso il 5,4 per cento dei posti) e donne (-3,1). Per non parlare di 277mila giovani che non studiano e non lavorano o della «quota di persone che vive in famiglie senza redditi da lavoro» salita all’11 per cento.

Reddito, la radiografia del Lazio

Oltre, e più in generale, a un calo della ricchezza, del Pil, di 8,4 punti percentuali. Questa, secondo Banca d’Italia, la radiografia dell’economia del Lazio nel 2020, cioè dopo il Covid: numeri - escluso quello sui sussidi - in linea o inferiori alle medie nazionali, anche perché qui si sono avuti anche meno casi di positivi e giorni in zona rossa, mentre gli studenti hanno seguito in didattica a distanza il 35,7 per cento delle lezioni, il dato più basso su tutto il territorio nazionale. Ma in questa regione la pandemia ha finito per colpire in modo più subdolo: «La crisi e il peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro hanno avuto profonde ripercussioni sulle condizioni economiche delle famiglie, soprattutto di quelle più fragili, e sulla diseguaglianza dei redditi. Il reddito disponibile, pari a circa 20.000 euro pro capite nel 2019 (poco più della media nazionale), si è ridotto lo scorso anno del 2,6 per cento a prezzi costanti». Una tendenza che vede «una maggiore crescita della disuguaglianza a Roma, rispetto alle altre aree urbane, dovuta soprattutto alla diversa dinamica dei redditi». Soltanto i consumi sono scesi del 10,7 per cento, in maniera decisamente superiore ai salari, difesi dal blocco dei licenziamenti o dei sussidi.

Al riguardo soltanto la Regione Lazio ha messo a disposizione in questa direzione oltre 430 milioni, mentre la spesa corrente degli enti territoriali è cresciuta nel Lazio del 5,2 percento, cinque volte in più che nel resto del Belpaese. Oltre il 60 per cento delle imprese si è dovuta affidare alle misure di accesso ai prestiti con garanzia pubblica, ma questo non ha impedito che i crediti considerati rischiosi, difficilmente restituibili, sia passata dal 14,8 al 28,9 per cento. Intanto il 74 per cento delle imprese è stata in smart working, mentre i depositi bancari e postali nella fascia 12.500-50 mila euro si sono ampliati del 7,7 per cento, perché le famiglie hanno paura a spendere o investire.

Tutti questi pezzi del puzzle sono necessari per capire perché i settori economici più penalizzati dalla pandemia sono stati la ristorazione, il commercio il comparto alberghiero, quello dei trasporti, che danno un’occupazione al 30 per cento della popolazione. Soltanto guardando al turismo, Bankitalia registra che nel 2020 le presenze turistiche sono diminuite dell’81 per cento, la spesa degli stranieri è calata del 75 per cento, mentre il traffico negli aeroporti romani è crollato del 77 per cento. «Più che nel resto d’Italia». Più in generale vanno in controtendenza chimica (+17,4 per cento) e metallurgia (+33,3), segna invece una battuta d’arresto un settore trainante come la farmaceutica.

IL FUTURO
Commenta il governatore Nicola Zingaretti: «Il rapporto di Banca d’Italia ci dice che le ferite sono molto profonde, ma anche che la rinascita per la nostra economia è possibile. La crisi pandemica ha avuto pesanti ripercussioni sul tessuto socio-economico dell’Italia e, anche se in misura minore, della nostra regione. I numeri del 2020 sono drammatici, ma avrebbero potuto esserlo molto di più, se non avessimo gestito efficacemente la crisi sanitaria e se non avessimo messo in campo, in sinergia con le istituzioni nazionali, un’azione poderosa di contrasto alle ricadute socio-economiche della pandemia». 
 


Ultimo aggiornamento: Sabato 19 Giugno 2021, 00:26
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