Roma, potature al palo: in città i cimiteri degli alberi crollati da un anno

Potature al palo, a Roma i cimiteri degli alberi crollati da un anno
IL FOCUS
Una rete arancione, rami ed erbacce. A un anno dal crollo del pino su viale Mazzini che ha ferito gravemente due persone e distrutto quattro auto, l'area è ancora in abbandono. Eppure i romani non avrebbero proprio bisogno di essere aiutati a ricordare con l'ennesima rete i rischi vissuti passeggiando sotto l'ombra degli alberi.
Lo sa bene l'attore Angelo Costabile colpito da un fusto mentre camminava sul marciapiede di via di valle Aurelia. Lo sanno i due feriti, lo scorso mercoledì sera, sui quali è crollato un albero mentre erano a bordo di un'auto sulla via del Mare.
La mattina del 25 febbraio dello scorso anno il dramma su viale Mazzini. A poche ore dall'incidente si è scoperto che quel pino aveva sulla corteccia la X rossa segnata dagli agronomi: avevano stabilito che andava abbattuto il primo possibile perché pericolante. E invece era lì ed è crollato.
L'ATTESA
L'emergenza alberi mostra il suo volto peggiore a Roma. Feriti, incuria e poi le decine di alberi, rami che restano a terra per mesi, addirittura un anno in viale Mazzini.
Gli alberi vengono potati dal Servizio giardini in economia o dalle aziende che hanno vinto l'appalto del Campidoglio da 5 milioni di euro dedicato alla cura del verde verticale per la manutenzione ordinaria. E si ha l'obbligo ovviamente di rimuovere rami, tronchi e ramaglie.
Il Comune fa sapere che «il Dipartimento Tutela Ambiente la scorsa settimana ha sollecitato le ditte appaltatrici a rimuovere nel più breve tempo possibile i residui delle «numerose potature effettuate in tutta la città, dal centro alla periferia».
Intanto però rami e alberi restano a terra e i tronchi continuano a venir giù appena il vento soffia più del normale.
Dal quartiere Prati spostiamoci sull'Appia, all'altezza del trafficatissimo incrocio con via delle Capannelle e via di Torricola.
IL DEGRADO
Siamo non distanti dall'Appia Antica e dalla sua rara bellezza. Il 22 dicembre sono crollati tre giganti, tre pini secolari, alti più di venti metri. Sono rimasti a terra per più di un mese, poi sono stati tagliati: ma ieri c'erano ancora le due enormi basi in bella mostra. Radici lunghissime, cortecce, due tronchi che presto diventeranno rifugio di ratti e verranno sicuramente trasformate in cestini della spazzatura. Il marciapiede venne sollevato dalle radici e un tratto non è stato ancora sistemato.
Spostiamoci verso il Centro e arriviamo in corso Francia. Da circa un mese ci sono i resti di un altro pino sradicato: una montagna di rami e tronchi è stata lasciata lì e invade parte del marciapiede. Poco distante, nel quartiere Flaminio, in viale XXVII Olimpiadi, c'è un altro pino fatto a pezzi: l'enorme tronco occupa parte del marciapiede, così come rami e ramaglie e si è costretti a camminare sulla carreggiata.
Passiamo alle ville. Al parco delle Tre Fontane i pini sono stati potati ma hanno lasciato i rami e i tronchi. «Sono lì da mesi» denuncia Paolo Colombini del comitato di quartiere Montagnola. Anche a villa Ada ci sono i tronchi lasciati a terra. Non si salva neanche San Giovanni: a piazza Zama c'è il resto di un albero caduto intorno al quale è cresciuta erbaccia altissima, poco distante in via Imeria ci sono resti di alberi tagliati o caduti e transenne.
Laura Bogliolo
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Ultimo aggiornamento: Martedì 3 Marzo 2020, 08:37
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