Pino Scaccia, storico corrispondente della Rai è morto per le conseguenze del Covid poco dopo le 13 di oggi mercoledì 28 ottobre. Il giornalista, classe 1946, era ricoverato da settimane in una struttura della Capitale, poi dopo essere risultato positivo a un test è stato trasferito al Covid Center di Casal Palocco, dove si è spento.
È stato uno degli inviati della Rai. Ha seguito numerosi avvenimenti, dalla prima guerra del Golfo al conflitto serbo croato, dalla disgregazione dell’ex Unione Sovietica e della ex Jugoslavia, fino alla crisi in Afghanistan, oltre al difficile dopoguerra in Iraq (dove è stato l’ultimo compagno di viaggio di Enzo Baldoni) fino alla rivolta in Libia.
La carriera
Ha realizzato numerosi reportage in tutto il mondo, è stato il primo reporter occidentale ad entrare nella centrale di Černobyl’ dopo il disastro, a scoprire per primo i resti di Che Guevara in Bolivia e a mostrare le immagini fino a quel momento segrete dell’Area 51 nel deserto del Nevada.
Prima di dedicarsi a tempo pieno all’attività di blogger e scrittore, è stato capo redattore dei servizi speciali del Tg1. È stato docente del master di giornalismo radiotelevisivo all’Università Lumsa di Roma. Ha scritto 15 libri.
La comunità di Ostia, quartiere della Capitale dove aveva scelto di vivere, è addolorata e sotto choc.
Un cronista nato. Un amico. Ricordo Pino Scaccia con affetto e gratitudine. Che la terra gli sia lieve. pic.twitter.com/FOgKR2syan
— David Sassoli (@DavidSassoli) October 28, 2020
Ultimo aggiornamento: Giovedì 29 Ottobre 2020, 08:21
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