Una rimodulazione della zona rossa e la stesura dell’ordinanza regionale in cui sarà inserito il piano di depopolamento dei cinghiali. Sono stati questi i punti toccati ieri nella riunione del tavolo dell’unità di crisi attivato per la Peste suina africana. Come annunciato giovedì dal commissariato straordinario Angelo Ferrari, sarà necessario ampliare l’area di isolamento. È infatti salito a sei - ieri altri due casi confermati - il numero degli animali risultati infetti. Dai primi accertamenti, tutti appartenenti all’area dove è stato trovato lo scorso 5 maggio il primo cinghiale morto. Un focolaio individuato nella riserva naturale dell’Insugherata nella quale sono stati poi individuati i cinque mila ettari di zona rossa. La Regione Lazio si è intanto impegnata a provvedere nell’istallazione delle cancellate che dovranno assicurare il contenimento degli animali. In attesa, gli ingressi della riserva vengono pattugliati di notte e giorno dalle pattuglie della Polizia Locale e dalla Protezione Civile. Gli animali però, continuano a uscire da quella che ormai viene considerata un’area infetta. Ancora ieri un esemplare è stato avvistato nel laghetto di Villa Ada. Spaventati e impauriti i visitatori del parco che si sono velocemente allontanati. Giovedì invece al Trionfale un cinghiale infetto e barcollante si è accasciato lungo via Courmayeur. Veterinari e Guardiaparco lo hanno scortato fino al sentiero che si addentra nella riserva.
CANI E GATTI
Mentre arrivano le prime raccomandazioni dell’Istituto zootecnico: «Ai padroni di cani e gatti, animali che sono vettori passivi della peste suina, ricordiamo che non corrono pericoli. Ma appunto, sono vettori e quindi come noi possono attaccare il virus. Sconsigliamo ai padroni in questo periodo di portare i loro animali in agriturismo o negli allevamenti. Ora è necessario proteggere i suini, esposti al contagio» dice Angela Garofano, responsabile del settore zootecnico nazionale.
IL DEPOPOLAMENTO
«Il piano per eliminare il virus della peste suina che prevede anche l’abbattimento selettivo dei cinghiali è in dirittura di arrivo», ha confermato ieri in serata al termine del tavolo tecnico Andrea Costa, il sottosegretario alla Salute con delega alla Peste suina africana. «La riunione - ha spiegato - è stata convocata per definire gli ultimi dettagli, a partire dalla zona rossa che verrà modificata rispetto a quella che era stata individuata all’indomani della conferma dell’infezione».
L’opposizione all’eventualità di un dilatamento dei termini, caldeggiata dal commissario per l’emergenza peste suina Angelo Ferrari, è stata sintetizzata in una nota che non lascia margini all’interpretazione: «Non riteniamo sia corretto prendere decisioni senza ascoltare le associazioni protezionistiche e soprattutto i ricercatori», spiega Massimo Comparotto presidente del l’Oipa. Ma la strada è già segnata: «Dopo la prima fase, quella del contenimento, procederemo con il depopolamento dei cinghiali. L’infezione deve essere contenuta a partire dagli esemplari infetti» ha più volte ribadito il commissario straordinario già impegnato in Piemonte e Liguria dove la Peste suina è stata accertata lo scorso dicembre.
Ultimo aggiornamento: Sabato 14 Maggio 2022, 00:18
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