Covid a Roma, paura per i ragazzi della scuola Ovidio: ospitati da 20 suore positive

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«Quando ho ricevuto la notifica della Asl in cui mi aggiornava sul numero delle suore contagiate e, allo stesso tempo, mi rassicurava che non c'era alcun pericolo per mia figlia, non potevo crederci». È preoccupata Francesca Zincone. Come lei anche i genitori dei 300 ragazzi della scuola media Ovidio, in via Giancarlo Bitossi alla Balduina. Gli studenti della terza media dallo scorso settembre, grazie a un accordo con il Vicariato, sono stati infatti trasferiti causa pandemia, nei locali dell'istituto Maestre Pie Filippini, la ex scuola privata parificata di via Sangemini chiusa nel 2010. Ma nel palazzetto sono rimaste le religiose: 27 in tutto, di cui 20 ora positive al Covid. Di queste, tre sono state già ricoverate in condizioni gravi in ospedale. Eppure nonostante la segnalazione di genitori e docenti, per la Asl l'istituto religioso può continuare a ospitare le lezioni dei ragazzi in sicurezza.

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IL FOCOLAIO
All'apertura dei cancelli della Maestre Pie Filippini- il 14 settembre- c'era anche la sindaca Virginia Raggi: «Quello a cui stiamo assistendo- aveva commentato- è un esempio di collaborazione profonda che ha come obiettivo il bene e l'interesse comune». Con un accordo siglato per garantire agli studenti della terza media le lezioni in presenza nel rispetto delle norme di distanziamento, il XIV municipio aveva provveduto per gli interventi di riqualificazione, manutenzione e di messa in sicurezza. «Una struttura ben tenuta e con tanto verde per i nostri ragazzi- precisa Francesca Zincone- eravamo tutti contenti perché di fatto, con questa soluzione, il numero degli studenti in classe era dimezzato». Fino a quando però, le suore non si sono contagiate. La prima settimana di novembre, solo un ristretto gruppo. Il virus poi, nella palazzina di tre piani ha viaggiato veloce e alla fine 20 religiose sono risultate positive. Con i genitori sempre più preoccupati.

Perché scuola e Asl non hanno disposto la sospensione delle lezioni per poi procedere con la sanificazione.

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LA DIFFIDA
Sono state le famiglie a chiedere un intervento dell'azienda sanitaria. Dopo i numerosi appelli inviati dall'amministrazione dell'Ovidio caduti nel vuoto. «Alla fine- spiega mamma Francesca- ci siamo messi d'accordo e abbiamo inoltrato una diffida alla Asl. A quel punto, finalmente, due tecnici hanno eseguito il sopralluogo». La relazione depositata però, ha confermato che i ragazzi non correrebbero alcun pericolo perché le lezioni si svolgono in locali non frequentati dalle suore. «Questo è vero solo in parte» sottolinea il genitore che spiega: «Mia figlia ha riferito che le religiose all'avvio delle lezioni, spesso li passavano a salutare in classe. In più di un'occasione le hanno incontrate nei corridoi o in giardino durante la ricreazione. Quindi i contatti tra loro in realtà, ci sono stati. Ho deciso di non mandarla a in classe. In questo momento- precisa- risulta assente dal momento che non sono arrivate disposizioni su quarantene o sanificazioni. Non sono tranquilla e come me tanti genitori». Alla dirigenza scolastica le famiglie preoccupate hanno sollecitato l'attivazione della didattica a distanza per le prossime due settimane. E procedere quindi con la sanificazione delle aule. Ma: «Hanno le mani legate-conclude la mamma- perché è l'azienda sanitaria che deve dare le disposizioni. Siamo spaventati e disorientati. È possibile- chiede- mandare dei ragazzini in una struttura dove è stato certificato un focolaio?».

 

Ultimo aggiornamento: Martedì 17 Novembre 2020, 08:22
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