Le famiglie
Sgominati i capi delle famiglie Sanguedolce, imparentati col noto pregiudicato di Ostia Marco Esposito, detto “Barboncino”, e i Costagliola, detti i “napoletani di Acilia”, il cui fratello del capo famiglia Gerardo, Carmine, è stato vicino alla Nuona Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. Le due famiglie, attive tra Acilia, Ostia, Dragona e Dragoncello, ormai da tempo si stavano fronteggiando per l'egemonia territoriale, in particolare nel settore dello spaccio di sostanze stupefacenti. A far scattare le indagini che hanno portato all'operazione di oggi sono state due spedizioni punitive avvenute lo scorso 7 giugno 2018, quando in seguito a una lite avvenuta la settimana prima, i due gruppi si sono affrontati armi in pugno in vere e proprie scene da Far West. Il primo episodio avviene davanti al bar Grease a Dragoncello, di proprietà di un ragazzo arrestato lo scorso ottobre con 600 chili di hashish.
La sparatoria
I fratelli Sanguedolce, Alessio e Daniele, insieme a Valerio Antonacci, arrivano in auto davanti al bar e si avventano contro Gianluca Tirocchi che viene preso a pugni: l'uomo cade a terra e cerca di fuggire rincorso da un rivale che con gli spara; la pistola però si inceppa e Tirocchi riesce a rifugiarsi dentro al bar.
Poco dopo scatta la risposta: sul posto arrivano i Costagliola, Gerardo con il figlio e il nipote, entrambi di nome Emanuele, insieme a Michael Mazzei: tutti si dirigono verso l'entrata del bar per cercare i Sanguedolce e non trovandoli uno di loro spara in aria. Il gruppo dei Costagliola torna al bar dopo 10 minuti ma non trovando gli esponenti del gruppo rivale se la prendono con Antonacci, che viene brutalmente picchiato. I Costagliola hanno poi provato a vendicarsi anche in un'altra occasione, lo scorso 6 settembre, avvenuto al Cineland di Ostia davanti a centinaia di persone. Qui Daniele Sanguedolce riesce a salvarsi, dopo essere stato inseguito dagli aggressori armati, nascondendosi in uno dei bagni. Vere e proprie scene da Far West, avvenute davanti a centinaia di persone, in piazza e al cinema, e scoperte dagli inquirenti soltanto grazie alle riprese delle telecamere e alle intercettazioni: nessuno infatti ha mai denunciato alle forze dell'ordine quanto visto: un fatto, questo, che, sottolineano gli investigatori, «fa comprendere il clima di omertà imposto dal terrore che le due organizzazioni criminali incutevano».
Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Maggio 2019, 17:29
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