IL BUSINESS - C’è l’ombra dei «Baficchio» dietro il giro al nero dei parcheggi delle case comunali di Ostia Nuova. Un racket che si consuma da decenni. Chi ci abita, pur avendone diritto, per parcheggiare deve pagare il pizzo. A riscuoterlo gruppi di stranieri, per lo più romeni o albanesi, che fanno da manovalanza ai clan e, allo stesso tempo, da braccio operativo: per chi non paga, sono botte. O auto a fuoco. In modo da liberare posti per altri. Al vertice della piramide, ci sono i Baficchio, nome di spicco della mala del Lido e nemici storici degli Spada. Giovanni Galleoni, il boss «Baficchio» ucciso insieme a Francesco Antonini detto «Sorcanera» nel novembre del 2011, gestiva il racket dei parcheggi di piazza Gasparri. Era uno dei suoi business. Oggi a capo dell’organizzazione ci sarebbero gli eredi. A partire dalla moglie che continuerebbe a gestire gli affari di famiglia, e che «controllerebbe» il garage comunicante con quello della tentata rapina di sabato notte. Patrimonio del Comune utilizzato per incrementare il «tesoretto» della criminalità, per fare cassa. Tanto in quei bunker nessuno entra.
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LA RETE - A turno vengono impiegati anche i «guardiani», che sono soggetti pregiudicati senza scrupoli.
Spesso ex pugili, con i quali è meglio non fare storie. Il business, che va avanti da tempo, come denunciano alcuni residenti, frutta ai malavitosi 60mila euro al mese, perché nei parcheggi sotterranei ci sono più di mille posti. Il costo singolo si aggira intorno ai 60 euro mensili. E per chi si rifiuta di subire il “pizzo”, arrivano le vendette. Fiancate danneggiate, ruote bucate, finestrini rotti e specchietti smontati e rivenduti. E quanto accaduto sabato a Ostia Nuova - secondo gli inquirenti - è molto di più di una tentata rapina, ma rappresenterebbe uno “sgarro” a chi comanda, da parte di chi ora vorrebbe comandare.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 6 Luglio 2020, 00:35
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