Roma, furti all'ospedale Sant'Eugenio: spariti medicinali ma anche soldi e oggetti dei pazienti

Raffica di furti in ospedale, derubati anche i pazienti: spariti soldi, medicinali e mascherine

di Alessia Marani
Strani furti, ammanchi di soldi, ori perduti, plichi sigillati di cui improvvisamente non si ha più traccia. Le vittime della razzia? I più deboli. Pazienti ricoverati, spesso passati per il pronto soccorso oppure ospitati nel reparto di Psichiatria, a volte persone defunte, morte in solitudine o delle quali i parenti sotto choc non hanno richiesto immediatamente gli averi indietro. All’ospedale Sant’Eugenio di Roma non spariscono solo mascherine e forniture sanitarie (la sottrazione era stata denunciata in pieno allarme Covid ai carabinieri), timbri, computer e medicinali dalle stanze chiuse a chiave (come avvenuto nei laboratori e nella farmacia) ma gli oggetti personali e ritenuti di valore che chi è malato o vittima di un incidente ha con sé al momento dell’ingresso senza poterli lasciare in consegna a familiari o a persone di fiducia.

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«Alla mia povera moglie morta nel Natale di due anni fa - il racconto ripetuto da un anziano ogni volta che va in ospedale a reclamarli - tolsero orologio e fede nuziale insieme a qualche altro monile, quando sono andato a riprenderli non c’era più niente. Da allora ogni due o tre mesi chiedo se ci sono novità, mi dicono di avere pazienza, che ci sono ispezioni in corso, che almeno altre dieci, tredici famiglie sono nelle mie stesse condizioni, ma niente. Io non mi arrendo». Dopo il lockdown il servizio di vigilanza interno è stato appositamente rafforzato.
Un tenente ora coordina i vigilantes e ha il compito di tenere d’occhio i plichi. Ma neanche questo è bastato a impedire gli ammanchi. Così a fine agosto sarebbe scomparsa dall’ospedale dell’Eur anche una busta contenente preziosi e parecchi contanti, quasi tremila euro, appartenuti a una degente di Psichiatria. A giugno, nei reparti, era stata promossa persino una colletta tra il personale sanitario, per riparare alla sparizione di circa 1500 euro. Raccolta di denaro poi interrotta.

 

I BUCHI


Funziona così: quando c’è bisogno di prendere in custodia gli effetti personali di un degente, come da appalto, se ne fanno carico gli agenti privati di guardia, i quali scrivono in un verbale cosa hanno ritirato redigendo una breve descrizione del contenuto, quindi sigillano la busta e la ripongono in una cassaforte nella guardiania. In attesa che, terminato il ricovero, il proprietario o chi per lui vada a reclamarli. Ma, all’improvviso, ecco che le buste spariscono. Furti chirurgici o semplice «smarrimento effetti personali dei degenti» come annotato nelle corrispondenze tra direzione ospedaliera e istituto di vigilanza? Di sicuro c’è che le denunce formali alla polizia o ai carabinieri scarseggiano, anche perché molti con il passare del tempo e presi dalla sconforto si rassegnano. Solo alcuni avrebbero ricevuto un risarcimento assicurativo. Quindici anni fa, sempre al Sant’Eugenio, ci fu un’altra clamorosa sparizione, sempre di un plico sigillato e con 12mila euro dentro. Furono individuate tre persone, addetti alla vigilanza, come possibili colpevoli, ma non si poté indicare con certezza chi poteva avere sottratto la busta, visto che la cassaforte è accessibile a più persone e nei momenti più diversi. Nel frattempo, le società di vigilanza si sono susseguite negli appalti, spesso mantenendo lo stesso personale e, soprattutto, lo stesso metodo di custodia dei valori che, quanto meno, lascia a desiderare.
Ultimo aggiornamento: Sabato 26 Settembre 2020, 09:21
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