L'ondata dei ricoveri ordinari e ora, i casi di Covid che iniziano a salire così come i contagiati da ricoverare. Negli ospedali della Regione Lazio si accedono le prime spie rosse. Anzi: «Dallo scorso marzo, non siamo mai scesi sotto la soglia di criticità nei reparti» precisa Giulio Maria Ricciuto, direttore Dea e presidente Simeu (Società Italiana della medicina di emergenza-urgenza). Il nodo ancora da sciogliere riguarda proprio i posti letto: la carenza in quelli della Capitale è al 15% in meno. «Le cifre sono ancora indicative, ma da quanto stabilito il numero previsto è di 3 posti letto per 1000 abitanti. Ci sembra chiaro che siamo ben al di sotto» precisa il presidente Ricciuto. Ecco perché nelle ultime settimane, si sono ingolfati anche i pronto soccorso. Tra il mese di marzo e aprile, la lista di attesa si è allungata fino a 700 malati bloccati e in attesa di ricovero. Una crisi che si è riversata sul reparto delle ambulanze, bloccate per ore nei piazzali delle strutture sanitarie. Perché in attesa di un posto in reparto, i malati vengono visitati sulle barelle. Un sistema che è andato in tilt a più riprese e che ancora oggi, registra picchi altissimi di attese. Tanto che la Regione Lazio è intervenuta con un piano anti - affollamento. Con l'obiettivo di smaltire nel più breve tempo possibile, le attese dei malati. «Non siamo ancora usciti dall'emergenza dei ricoveri ordinari - sottolinea il presidente Ricciuto - e siamo molto preoccupati dai numeri del Covid. Stanno crescendo in maniera esponenziale e temiamo una nuova ondata di malati. Durante l'ultima ondata i contagiati non erano in condizioni serie. In questa ultima settimana invece, abbiamo già registrato le prime polmoniti».
I NUMERI
Con i numeri dei contagiati in ospedale che stanno riprendendo quota.
IN FARMACIA
Nonostante la Regione, nel suo bollettino, segnali che i nuovi casi siano in calo, tornano le file davanti alle farmacie per sottoporsi ai tamponi rapidi. Ma il timore di ammalarsi (o di riammalarsi) porta con sé altri effetti: sono quasi introvabili medicinali come Tachipirina, Brufen o Nurofen che molti contagiati usano per curarsi. Ieri mattina è sbottata una farmacista di piazza Balsamo Crivelli con 15 persone in attesa del test: «È un continuo, c'è una psicosi e qui i farmaci stanno finendo perché le aziende e i distributori non riescono a rispondere alla domanda». Alberto Chiriatti, medico di base a Ostia, spiega che «è inutile fare scorta di questi prodotti: sono antifiammatori che riducono i sintomi, ma il virus del Covid si debella o per forma autonoma o con gli antivirali e i monoclonali».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 29 Giugno 2022, 17:16
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