Medici minacciati per avere l'esenzione a Roma: No vax negli ambulatori scortati dagli avvocati

Un uomo si è presentato con un avvocato pretendendo dal medico di base il certificato di esenzione dal vaccino

Medici minacciati per avere l'esenzione: No vax negli ambulatori scortati dagli avvocati

di Flaminia Savelli

È partita anche la corsa al vaccino dei No vax over 50. Con l’obbligo - scattato l’8 gennaio - e il rischio di essere multati dal prossimo 1° febbraio, il 20% della platea dei mutuati che ancora non era immunizzato ha avviato il programma vaccinale. 


Un’alta percentuale ai blocchi di partenza, secondo quanto stimato dai medici di base che nell’ultima settimana hanno registrato un aumento sulla richiesta delle prime dosi proprio in quella fascia d’età. «Già dal 9 gennaio i medici di base hanno iniziato a programmare le sedute vaccinali anche perché, ricordiamolo, entro il 1° febbraio dovranno avere tutte e due le dosi somministrate.


Dunque il tempo a disposizione è davvero poco» spiega Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma. Quindi un boom di prime dosi per gli over 50 anche se.


IL CLIMA 
«Lo zoccolo duro dei no Vax resiste - precisa il presidente Magi - e con metodi spesso aggressivi. Non si tratta di semplici contestazioni. I dottori sono stati minacciati e verbalmente aggrediti nei loro studi e non solo. In più di un’occasione - denuncia ancora il presidente - il paziente si è presentato con un avvocato pretendendo il certificato di esenzione dal vaccino. 


Una follia a cui abbiamo risposto». L’Ordine dei medici ha infatti siglato un accordo per assicurare la tutela legale ai camici bianchi in caso di aggressioni verbali e fisiche. 


In un clima che più volte si è fatto teso. Come già era accaduto per i farmacisti, finiti pure loro nel mirino dei no Vax. Con una media di aggressioni, tra novembre e dicembre, di una ogni due giorni. In quel caso, alle aggressioni verbali contro i farmacisti si sono sommati anche i danneggiamenti ai presidi esterni alle farmacie dove si eseguono test e tamponi rapidi per la diagnosi del Covid. 
Ecco perché l’Ordine dei medici è corso ai ripari: «I medici di famiglia sono allo stremo dopo due anni di pandemia. Necessitano di sostegno e aiuto. Siamo bersagliati, ci arrivano di continuo richieste, email e solleciti dai no Vax. 
In un caso specifico - racconta ancora Magi - un paziente, nella fascia degli over 50 e quindi prossimo alla dose, prima di prenotare la seduta vaccinale dal medico di riferimento ha inoltrato alla segreteria dell’Ordine una cartella di 14 pagine con 30 quesiti. Ci chiedeva di fatto in via ufficiale, di rispondere a una serie di domande sui vaccini e relativi effetti e quindi l’eventuale gestione dei rischi. Si tratta di un clima davvero pesante a cui, in qualche modo, ci sentiamo obbligati a rispondere per tutelare noi e gli altri pazienti».
Dunque, la corsa degli over 50 è iniziata ma non senza ostacoli per i camici bianchi. 
IL PROGRAMMA
Intanto prosegue a ritmo serrato il programma vaccinale della Regione Lazio. Secondo quanto comunicato dalla Pisana, dall’inizio del piano regionale è stata superata quota 11,9 milioni dosi somministrate. Di queste, oltre 2,8 milioni sono dosi di richiamo che ha raggiunto il 54% della popolazione over 12 anni. Mentre il 98% di adulti ha ricevuto la doppia dose e il 91% degli over 12 ha terminato il primo ciclo vaccinale. 
Ancora un record regionale: con gli open day - dedicati alle dosi booster della fascia tra i 12 e i 17 anni - ieri è stato registrato il tutto esaurito con più di 64 mila somministrazioni di vaccino, il 93% in più rispetto al target commissariale. «Una straordinaria adesione per l’open day nelle strutture messe a disposizione. Voglio rivolgere un ringraziamento a tutti i nostri operatori sanitari e tutte le strutture messe a disposizione e soprattutto ai ragazzi e alle famiglie che stanno dando un grande esempio di partecipazione alla campagna vaccinale» ha commentato l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, al termine della giornata vaccinale. Ma proprio la fascia dei più piccoli aveva registrato un lento avvio. Sono stati i pediatri a lanciare il primo allarme durante le vacanze di Natale. 
Con la quarta ondata Covid, spinta dalla variante Omicron, è stata proprio la fascia dei piccoli ancora non immunizzati la più colpita. 
Eppure nonostante i ripetuti appelli e richiami (ancora il 4 gennaio), tra visite saltate e cancellazioni dell’ultimo minuto, appena il 12% aveva ricevuto la prima dose. Un altissimo rischio con l’imminente riapertura delle scuole dove infatti si è poi registrata un’impennata di bimbi positivi al Covid. 
Flaminia Savelli
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Ultimo aggiornamento: Martedì 18 Gennaio 2022, 09:34
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